Parlo poco...

molto poco

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  1. Cocoon
     
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    in genere parlo pochissimo. . .soprattutto con le persone con cui non mi trovo a mio agio, questo capita sempre.
    e quando mi trovo in questa situazione, in mezzo ad un gruppo di persone, mi tormento in continuazione. gli altri stanno così bene tra di loro, sembrano tutti così in sintonia. . . E un po' li invidio perchè a me questo non capita quasi mai! e non capisco che cosa ho io in meno rispetto gli altri per sentirmi tagliata fuori, come se non fossi di questo mondo. mentre tutti parlano, ridono, scherzano. . .io cerco di sorridere alle loro battute. . .ma in realtà sono lì a tormentarmi, a pensare all'immagine che hanno di me. . . e capisco che non mi conoscono. non riesco a farmi conoscere. qualcosa mi blocca.
    questa situazione mi rattrista parecchio, infatti se posso evito sempre di trovarmi in un gruppo di persone, perchè generalmente con una persona sola non mi faccio di questi problemi e parlo quasi sempre tranquillamente. . .
    diciamo che ho paura del gruppo. . . troppe persone intorno a me mi confondono. . . non so come spiegare. . come se il mio cervello andasse in tilt. . . troppe persone da ascoltare, troppe facce da interpretare. . .

    c'è da dire però che ci sono state delle volte in cui (non so esattamente perchè , forse semplicemente ero di umore particolarmente positivo, mi sentivo euforica per altro. . .) sono riuscita ad aprirmi, a parlare, scherzare . . .e sono queste le poche volte in cui veramente sono riuscita a sentirmi felice in mezzo ad altre persone. . .vorrei che questo potesse accadere sempre. ma non è così e probabilmente non lo sarà mai.

    scusatemi per eventuali errori, ma sono molto stanca e ho mal di testa, ma nonostante ciò ci tenevo lo stesso a scrivere. grazie per avermi "ascoltato" e per eventuali commenti. . . notte!
     
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  2. Koenig4
     
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    Da adolescente mi accadeva la stessa identica cosa, non potrebbe essere più uguale. Non riuscivo a stare nel gruppo sebbene lo desiderassi. Oggi da adulto sò stare abbastanza bene in un gruppo sebbene non lo desideri più. Ho conosciuto altri ragazzi introversi che per loro fortuna avevano realizzato delle amicizie singole con persone con caratteri affini. Questo a me non è capitato, diciamo che ci vuole fortuna, ma di sicuro chi non cerca non trova. Un caro saluto.
     
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  3. ama71
     
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    permettimi di esprimerti la mia opinione in modo da vedere le cose secondo un altro punto di vista.

    Ho sempre avuto una buona impressione delle persone che parlavano poco; ne ho sempre ammirato il fatto che non sentissero il bisogno di essere apprezzati e di cercare l'approvazione nell'immediato.
    Il tempo poi ti da modo di vedere se la persona in questione e' una persona che ti puo' piacere come persona o meno.

    Questo vuol dire che, a prima vista, la mia opinione nei confronti delle persone che parlano poco e' sempre positivo proprio per quello che per me e' segno di "maturita'".

    Io, con i miei mille sforzi di essere simpatica e divertente, vedo nelle persone che poco cercano di imporre il proprio punto di vista come persone che hanno raggiunto un equilibrio piu' di quando non sia riuscita a fare io.

    Quando anche io riusciro' a sta zitta e non cercare a tutti i costi di mostrarmi "smart" al primo incontro con qualcuno, allora sentiro' di aver raggiunto un punto importante per la serenita'.

    Spero che questo mio punto di vista, che so essere condiviso da tanti, ti aiuti a esere piu' buona con te stessa e meglio apprezzare questa tua "qualita'".


     
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  4. Asabbi
     
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    a me piacciono da matti le persone che parlano poco..e che quando parlano sanno cosa dire. e' sinonimo di grande intelligenza
     
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  5. eu_daimon
     
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    Penso qualcosa di simile a quello che dice ama71. Paradossalmente io vorrei liberarmi dal dover parlare a tutti i costi. perchè per essere accettato, spesso, faccio il cretino: Cerco di essere spigliato, simpatico, riempire i vuoti di parole, e questo mi mette ansia. voglio essere più tranquillo e rilassato, parlare se e quando ne ho voglia (sempre nei limiti di una interazione sociale, che richiede un minimo di rispondenza). Per me le persone che arrivano a fregarsene di dover essere simpatici, e che sopportano le battutine con imperturbabilità buddista sono dei modelli, non il contrario.
     
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  6. Cocoon
     
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    in realtà anch'io preferisco le persone che parlano poco. non sopporto chi a tutti i costi vuole stare al centro dell'attenzione e quindi parla tanto. . ecc. . .(non sopporto tanto queste persone ovviamente perchè sono completamente l'opposto rispetto me). . . il mio problema però è che purtroppo non parlo perchè qualcosa mi blocca. cioè anche se ho qualcosa di importante da dire, molto spesso sono bloccata nel farlo. e questo succede per tanti motivi: sono timida, temo di non essere compresa, temo (ahimè) il giudizio degli altri, ma soprattutto perchè mi è capitato che, parlando poco, con persone conosciute da poco, quelle volte in cui ho aperto bocca, nessuno, o quasi, mi ha considerato. (probabilmente per il mio carattere non mi so far valere molto, ma effettivamente non mi interessa neanche tanto che debba prevalere il mio pensiero) quindi mi sento ancora più bloccata se penso che, mi sforzo tanto per parlare ma può anche essere che nessuno sia in grado di ascoltare. . .
    purtroppo non mi sento di essere una persona che ha raggiunto un equilibrio. forse, "semplicemente" dovrei imparare ad accettare questo mio modo d'essere.
    un saluto a tutti :)
     
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  7. Allonsanfan
     
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    Ciao cocoon, sono uguale identico a te. Come penso siano uguali molti introversi. Anzi, fortunatamente un po' sono migliorato.

    CITAZIONE (Cocoon @ 19/5/2010, 17:58)
    in realtà anch'io preferisco le persone che parlano poco. non sopporto chi a tutti i costi vuole stare al centro dell'attenzione e quindi parla tanto. . ecc. . .(non sopporto tanto queste persone ovviamente perchè sono completamente l'opposto rispetto me). . . il mio problema però è che purtroppo non parlo perchè qualcosa mi blocca.

    Cos'è che non ti fa parlare? il fatto che vuoi parlare!
    Paradossalmente più si vorrebbe parlare più ci si blocca. Bisogna smettere di desiderarlo...è una cosa che deve venire spontanea, ma imponendoci di fare una cosa spontanea si ha il solo risultato di bloccarla.

    Quello che ci opprime e ci mette "stress da prestazione" è proprio il pensiero che si *deve* essere come gli altri. Che al contrario ci inibisce e ci fa essere ancora meno simili agli altri.
    Uno deve ripartire da se stesso, fare solo ciò che gli va, liberarsi da imposizioni esterne (anzi, dai pensieri che ci fanno credere che gli altri vogliano una prestazione da noi).
    Solo quando ci "sentiamo liberi" riusciamo a parlare, ad esempio quando siamo con un amico fidato o qualcuno che conosciamo bene. L'obbiettivo è estendere questi momenti di libertà in modo da sviluppare, in modo naturale, la nostra capacità comunicativa. Che, in futuro, potrebbe anche superare quella di coloro che attualmente vedi come "estroversi".

    Non è facile, è un lavoro lungo su noi stessi, ma prima o poi ci si arriva.
    forse mi sono un po' ripetuto, ma ho scritto di getto, è un argomento che "sento" molto :)
     
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  8. Cocoon
     
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    mi fa sempre piacere trovare persone simili a me con cui poter parlare di questi problemi e che possono capire :)
    perchè in realtà io di introversi come me, nella vita reale. . non ne ho trovati. o se ho trovato delle persone introverse non sono riuscita a legare molto con loro.

    CITAZIONE (Allonsanfan @ 19/5/2010, 18:42)
    Quello che ci opprime e ci mette "stress da prestazione" è proprio il pensiero che si *deve* essere come gli altri. Che al contrario ci inibisce e ci fa essere ancora meno simili agli altri.
    Uno deve ripartire da se stesso, fare solo ciò che gli va, liberarsi da imposizioni esterne (anzi, dai pensieri che ci fanno credere che gli altri vogliano una prestazione da noi).

    cavolo, è proprio così. . in effetti ci si sforza di parlare per non apparire diversi dalla maggior parte, per sentirsi accettati. . però sforzandosi è peggio, cresce l'ansia.
    e poi. . .è proprio brutto questo termine, "sforzarsi"!
     
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  9. maria rossi
     
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    posso dire una cosa?

    di persone che parlano poco non è pienissimo il mondo, è vero.
    nella media delle situazioni sociali non sono la "norma", è vero.
    molto spesso pagano lo scotto non essere degli estroversi, chiacchieroni, dalla battuta facile ed il fare compagnone, d'accordo.
    ma, secondo me, il vero nocciolo è sentirsi sereni e nella propria pelle o meno.
    parlare, non parlare....si ci sono codici comportamentali, sociali che ingabbiano o possono creare degli stereotipi mentali ma non è tutto qui.

    nell'arco della mia non più brevissima vita (ho 34 anni freschi freschi) di persone che non parlavano parecchio ne ho incontrate tante e devo dire che si possono dividere in due gruppi: quelli che non parlano ma non ti accorgi più di tanto che non parlano, quelli che non parlano e che ti accorgi parecchio che non parlano.

    mi spiego:
    il primo gruppo è caratterizzato da una serenità di fondo nell'essere come è che aleggia nell'aria e si sente; quindi anche se non comunica verbalmente a tutti gli altri livelli c'è, contribuisce, "parla" e trasmette. Con il corpo che è sereno, rilassato, disteso; con lo sguardo che è aperto, attento, in contatto con l'esterno; con il viso, l'espressività, i sorrisi, lo sguardo, le mani, ecc.ecc.. questo gruppo di persone non le riconduci a problematicità, stranezza, bizzarria, manchevolezza perchè trasmettono più o meno benessere, confidenza con la loro natura, assenza di maldestro camuffamnto o paura di essere "scoperti". non si vivono, loro stessi come un problema: si sono accettati e si mostrano per come sono. sono "risolti", diciamo, e questo passa, si trasmette tantissimo e fa la differenza. più di qualsiasi parlantina.

    il secondo gruppo non parla e, allo stesso tempo, trasmette disagio, principalmente perchè non vive bene questa cosa prima ancora di trovare un clima ostile o difficoltà esterne. non è tanto lo stare zitti la cosa che si nota in loro quanto il disagio che ne vivono. accompagnato da una contratttura, un' inquietudine anche fisica; da un'ansia che si sente a pelle; da uno sguardo preoccupato di chi sa che prima o poi dovrà dimostrare qualcosa o verrà messo in mezzo; da un'inquietudine di chi è ancora combattuto tra l'essere se stesso o usare una maschera; dal terrore di mostrarsi per quel che si è: una problematicità che traspare e si sente e che può mettere in difficoltà anche gli altri, quando non ce ne si approfitta o non la si dileggia.

    molto spesso parliamo di quanto gli altri, le aspettative esterne, i modelli dominanti che le persone replicano e con i quali giudicano il mondo hanno contribuito e contribuiscono ad avere una percezione di se negativa, distorta e penalizzante ma dimentichiamo che altrettanto possiamo fare noi!
    se non ci viviamo negativamente, in maniera distorta e penalizzata anche gli altri potrebbero esserne influenzati e "contagiati", cambiati!
    non dico che sia una cosa facile e istantanea, un atto di volontà...anzi so, per esperienza diretta, che si riesce ad accettarsi e a muoversi più serenamente nel mondo dopo un percorso di auto-conoscenza e accettazione più o meno lungo e doloroso. ma va fatto altrimenti non servirà a nulla rivendicare il diritto ad esere altro dai modelli dominanti se nza discriminazioni. perchè ci giudichiamo prima di tutto noi stessi, con quei modelli, perchè siamo noi i primi ad interiorizzarli e a richiederci di incarnarli. più di quanto non pensiamo! e più di qaunto non facciano gli altri!
     
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  10. houccisotoniocartonio
     
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    si infatti è vero.

    poi, a me è venuta in mente un'altra cosa: anche io sono una di quelle persone che parlano poco, però penso sempre a beckett e cioran, erano molto amici, beckett era un tipo che stava sempre zitto, e loro due passavano ore e ore insieme completamente in silenzio ma erano felicissimi.

     
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  11. Cocoon
     
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    hai proprio ragione maria. . .

    è da poco che sono qui ma già mi si sta aprendo la mente, lo sento. nel senso che. . .sto acquisendo maggior consapevolezza di me, davvero
     
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  12. Enrico-buono
     
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    Ciao Cocoon, ciò che scrivi non mi suona nuovo. Anzi lo percepisco da una vita!

    Mia zia diceva sempre a mia madre: 'quel ragazzo devi farlo parlare, così non va bene'. Mentre questa zia non smetteva mai di parlare e nei discorsi calpestava a parole gli altri! Poi i miei genitori si sono separati ed io sono stato letteralmente diseredato da quella parte di famiglia.

    Poco male!

    Io sono abituato a questa vita. Anche io mi trovo molto bene nei dialoghi a due. In tre riesco ancora a non apparire fuori misura. In quattro interlocutori lascio sbizzarrire gli altri tre.
    Per fortuna non mi capita quasi mai di non essere sereno. Nonostante questo alle volte si trovano persone che non riescono a concepire che una persona parli poco. Altri poi iniziano magari a sfottere.
    Se c'è una qualità che non mi manca è l'ironia. Alcune volte riesco a stroncare gli sfottò con una sola frase ben piazzata. In qualche modo bisogna pur farsi rispettare! Alle volte riesco a parlare di più, ma solo con persone che conosco da tempo.

    Specialmente a tavola si creano quelle atmosfere di leggerezza e goliardia. Alcune persone creano in fretta legami di amicizia passeggera e si coalizzano contro altri commensali. Io ho notato che questo succede molto spesso. A me questo risulterebbe impossibile, anche perché non sono aggressivo e non concepisco andare contro altri commensali solo per far passare il tempo.

    Una delle ultime situazioni che ho felicemente superato è stata quella del pranzo al lavoro.
    Ero solito pranzare con alcuni colleghi dell'ufficio diciamo per motivi pratici. A tavola si sprecavano fiumi di parole, quindi deduco che i miei colleghi siano tutti estroversi. Il loro sport preferito era quello di identificare un collega di lavoro e iniziare a buttargli addosso (a parole) palate e palate di cacca! Io naturalmente sono incapace di comportarmi così e lasciavo questo lavoro a loro (a buttare cacca non se ne esce mai puliti...).
    Il loro meccanismo era veramente subdolo. Identificare la vittima, coalizzarsi contro la vittima e poi compiacersi a vicenda dell'azione.
    Ancora più subdolo se si considera che quando mancava un compagno di 'merende' gli altri buttavano cacca sulla persona assente!!!
    Mi compiaccio con me stesso di non essere mai sceso al loro livello per motivi di aggregazione, pur di passare come taciturno e strano. Dopo mesi iniziavo a pensare a come liberarmi di questi colleghi indigesti a pranzo, anche se poi me li sarei ritrovati ancora in ufficio.
    Per fortuna non può sempre piovere! E ho avuto un periodo di trasferta dopo il quale ho trovato delle banali scuse per non pranzare con loro e poi ho avuto un avanzamento di ruolo ah ah ah! Così ho potuto cambiare quello scomodo tavolo con colleghi più simpatici. Ora sono diventato uno dei loro soggetti da attaccare ma chi se ne frega!

    Uno di questi colleghi (già citato in altri miei post) secondo me è un anti-introversi, una di quelle persone che se c'è un introverso a tavola lo attacca.
    Magari scriverò un post su questo collega, anche se non si merita così tanta attenzione ah ah ah.

    Per concludere comunque non penso sia prettamente una questione di parole. Per esempio in una discoteca, dove come sappiamo non è proprio possibile parlare, io mi sento in una prigione. E' la filosofia del posto che non è compatibile con la mia natura e penso sia così per tanti introversi.

    Vale sempre la regola di non snaturalizzarsi. Quindi Coocon potrei consigliarti di non sforzarti comunque di parlare a vanvera, cerca di trovare situazioni di aggregazione più consone a te.

    E non mollare per colpa di quelli che danno aria alla lingua!




     
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  13. Cocoon
     
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    ciao Enrico.

    CITAZIONE
    Anche io mi trovo molto bene nei dialoghi a due. In tre riesco ancora a non apparire fuori misura. In quattro interlocutori lascio sbizzarrire gli altri tre.

    ahahah succede quasi sempre anche questo a me: più aumenta il numero di persone più la conversazione diventa difficile da reggere!

    CITAZIONE
    Se c'è una qualità che non mi manca è l'ironia. Alcune volte riesco a stroncare gli sfottò con una sola frase ben piazzata. In qualche modo bisogna pur farsi rispettare!

    di questo non so capace. . . perchè mi capita a volte che la cosa giusta da dire mi venga in mente troppo tardi. . . sarebbe troppo bello avere un suggeritore per timidi chessò magari dietro un cespuglio, pronto a suggerire la battuta giusta al momento giusto. così che anch'io possa avere l'ultima parola qualche volta :D

    cmq fortunatamente nessuno mi ha mai attaccato perchè parlo poco, questo no. . . ma battutine stupide tantissime tipo "eh, mi stai proprio stonando la testa!!". . . mi limito a fare l'indifferente -_-
     
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  14. eu_daimon
     
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    Ultimamente ho notato un'altra cosa, che quando parlo più pacatamente e lentamente gli altri non ascoltano o mi sovrastano cambiando argomento; cosa che mi da un fastidio enorme. io ho sempre cercato di adeguarmi al loro ritmo, parlando più velocemente o in modo più deciso, ma con risultati pessimi. spesso, quando cerco di essere spigliato comincio a dire parole sensa senso, mi ingarbuglio, divento semi-balbuziente e confusionario. allora per porre rimedio, cerco di essere più tranquillo e naturale, ma quando cerco di parlare con i miei ritmi, gli altri non mi tengono in considerazione o sono palesemente distratti da altro.

    Rispetto al discorso gruppi invece, anche io trovo difficoltà a parlare con più di tre persone, proprio ultimamente un mio amico mi ha detto che non so impormi, e pensare che questa persona è pure introversa, anche se non ne ha preso coscienza...poi dipende anche da chi sono gli altri, se mi sento tranquillo e ascoltato, riesco pure a parlare tanto ed essere gradevole con più persone, altrimenti non c'è storia. anzi, quando incontro persone esageratamente estroverse e pure invadenti, mi introverto ancora di più, perchè mi inibiscono.
     
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  15. Cocoon
     
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    ciao Ama71, le battutine le comprendo benissimo. capisco il loro senso, che è tutt'altro che negativo da parte di chi le fa. appare infatti strano che una persona parli poco o stia zitta per conto suo, e lanciando battutine si cerca di rendere in qualche modo partecipe anche quella persona che è in silenzio. Però a me, che sto zitta perchè ho un carattere introverso, mettono ancor più a disagio, come se qualcuno pretendesse che io dal nulla dicessi qualcosa.
    CITAZIONE
    Aiutatemi a capire in che modo posso rapportarmi con persone introverse pure.

    anche quando mi trovo in un gruppo, noto che se qualcuno mi chiede qualcosa direttamente, io rispondo con tranquillità anche davanti a più persone e magari da lì può nascere una conversazione! non riesco ad inserirmi facilmente in un discorso ma volentieri rispondo quando qualcuno si rivolge a me :) credo sia così per tutti gli introversi. . .se sbaglio che qualcuno mi corregga pure! per me cmq è così :lol:

    ciao eu_daimon!
    CITAZIONE
    Ultimamente ho notato un'altra cosa, che quando parlo più pacatamente e lentamente gli altri non ascoltano o mi sovrastano cambiando argomento; cosa che mi da un fastidio enorme.

    anche a me e questo inibisce ancora di più nel parlare <_< , come ho già scritto prima!
     
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22 replies since 18/5/2010, 23:47   2290 views
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