il tempo che scorre

paura e incapacità di fare qualcosa

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  1. Allonsanfan
     
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    CITAZIONE (Warlordmaniac @ 4/4/2012, 19:06) 
    Però nelle scuole di motivazione non la spiegano proprio così: l'obiettivo deve essere possibile, misurabile e definito nel tempo e bisogna arrivarci per la soddisfazione che dà quell'obiettivo una volta raggiunto; non mi pare che sia solo una questione di bussola e calamita, ma è il piacere di godere quel premio.
    Certo, se uno è poco attaccatto alla Terra come, farà fatica ad individuare un obiettivo definito da perseguire a tutti costi.

    Un mio amico estroversissimo, molto "lavoratore" una volta disse "bisogna inizia a lavorare presto, così, vai in pensione presto". Lo trovai un pensiero angosciante: l'obiettivo della vita è lavorare, per poi andare in pensione, insomma passiamo la vita per diventare vecchi e godersi 5-10 anni in più in pantofole a giro per la casa e poi schiattare. E mi chiesi: come mai lui non è angosciato come me? La mia conclusione è che lui, semplicemente, non ha tutta questa propensione immaginativa da angosciarsi a questi pensieri.
    Da qui giungo alla conclusione che gli estroversi manager dei corsi di formazione hanno una gravissima tara originale. Per loro il lavoro step-by-step è già godimento, perché vivono la loro vita concentrandosi sul presente molto più di noi, e quindi pensare all'obiettivo e al premio è, semplicemente, uno stimolo in più, ma siccome non sono poi così abituati a sognare (essendo estroversi), hanno bisogno di ripeterselo in continuazione.
    Ora il paragone sembrerà offensivo: però mi viene da pensare a quando addestro il mio cane a obbedire ai comandi, devo ogni tanto dargli un biscottino per premio, per fargli associare il comando ad una sensazione piacevole, perché tende a scordarselo.

    Noi invece abbiamo bisogno dello stimolo opposto, perché tendiamo naturalmente a partire per la tangente quindi abbiamo bisogno di motivarci nelle attività quotidiane. Insomma la mia conclusione è che gli introversi avrebbero bisogno di corsi di motivazione studiati appositamente per loro.
     
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    CITAZIONE (Allonsanfan @ 5/4/2012, 11:17) 
    CITAZIONE (Warlordmaniac @ 4/4/2012, 19:06) 
    Però nelle scuole di motivazione non la spiegano proprio così: l'obiettivo deve essere possibile, misurabile e definito nel tempo e bisogna arrivarci per la soddisfazione che dà quell'obiettivo una volta raggiunto; non mi pare che sia solo una questione di bussola e calamita, ma è il piacere di godere quel premio.
    Certo, se uno è poco attaccatto alla Terra come, farà fatica ad individuare un obiettivo definito da perseguire a tutti costi.

    Da qui giungo alla conclusione che gli estroversi manager dei corsi di formazione hanno una gravissima tara originale. Per loro il lavoro step-by-step è già godimento, perché vivono la loro vita concentrandosi sul presente molto più di noi, e quindi pensare all'obiettivo e al premio è, semplicemente, uno stimolo in più, ma siccome non sono poi così abituati a sognare (essendo estroversi), hanno bisogno di ripeterselo in continuazione.

    In effetti ci sono differenze troppo importanti.
    Sono un poì OT, però a me dà fastidio il sentirmi ripetermi sempre che con le persone è importante saperci fare, risultare simpatici, vendere se stessi prima che i prodotti. Ma io già ce lo so, ed è questo che mi demotiva.
    Secondo me a uno che ragiona già parecchio sulle cose non deve essere ripetuto quello che già osserva, suo malgrado. Motivare, motivare, motivare, puntando sempre e solo sulla forza di volontà. A me questo modo di fare sta un po' stretto, è un po' troppo alla viva il parroco.
     
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  3. Allonsanfan
     
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    CITAZIONE (Warlordmaniac @ 5/4/2012, 11:48) 
    In effetti ci sono differenze troppo importanti.
    Sono un poì OT, però a me dà fastidio il sentirmi ripetermi sempre che con le persone è importante saperci fare, risultare simpatici, vendere se stessi prima che i prodotti. Ma io già ce lo so, ed è questo che mi demotiva.
    Secondo me a uno che ragiona già parecchio sulle cose non deve essere ripetuto quello che già osserva, suo malgrado. Motivare, motivare, motivare, puntando sempre e solo sulla forza di volontà. A me questo modo di fare sta un po' stretto, è un po' troppo alla viva il parroco.

    Si, per un estroverso basta dirgli "sii più simpatico" che lui mette il disco e parte, un intro non può farlo. L'ho fatti anch'io quei corsi lì, mi fanno venire il nervoso, anzi sono convinto che alla lunga deprimano persino gli estroversi, da quel che ho visto.
    Un I. in un determinato contesto è assertivo solo se ha soddisfatto il bisogno di individuazione. E' molto più complesso, se ne ragionava in questo topic Secondo me è impossibile diventare un venditore con quei corsi, o con l'esperienza a forza di batoste, il percorso è più lungo e tortuoso e forse non so nemmeno se conviene intraprenderlo (per diventare venditore intendo).
     
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  4. Nicola.
     
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    secondo me l'introverso deve puntare per forza di cose su altri fattori per vendere o vendersi. ad esempio ispirare fiducia, onestà e via dicendo. il problema nostro sono gli inevitabili sensi di colpa quando sappiamo che ci stiamo ponendo in maniera artefatta per nuocere gli altri. insomma io potrei fare il venditore solo se fossi pienamente convinto della valore di ciò che vendo
     
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  5. Diogene W
     
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    Io dico che dovremmo trovarci un posto dietro le quinte. Siamo bravi a raccogliere informazioni tanto quanto sono bravi gli altri ad usarle. Sappiamo bene cosa significa persuadere, soltanto che non ne possiamo essere capaci (persuadere sottintende la capacità di alienarsi dal proprio Io: personalmente, se lo facessi, mi perderei e non saprei più come ritornare a "casa").
     
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19 replies since 27/3/2012, 00:48   317 views
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