Abbandonare le ambizioni terrene...

... per coltivare il proprio spirito

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  1. Nicola.
     
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    CITAZIONE
    Lo faccio anch'io. Ma poi mi metto a pensare: e se ciò che ho "risolto" avrebbe potuto insegnarmi cose di cui ora resterò per sempre ignorante? Sarà perché penso che la felicità non insegni granché. ^_^

    fai un favore a te stessa, certe cose non le pensare ^_^
     
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  2. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    fai un favore a te stessa, certe cose non le pensare ^_^

    Questa io la chiamo filosofia estroversa :D
     
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  3. Nicola.
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 13/4/2012, 18:45) 
    CITAZIONE
    fai un favore a te stessa, certe cose non le pensare ^_^

    Questa io la chiamo filosofia estroversa :D

    ahahah era una battuta. ma ciò non toglie che è un dubbio del cavolo! e allora potrei dirti il contrario: e se non rifiutando il cambiamento tu andassi a perdere ben altre cose? una scelta la devi fare! e poi cavolo, non puoi più semplicemente scegliere ciò che ti sembra la miglior cosa? c'è sempre da pensare che la miglior cosa in realtà non lo sia.....?
     
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  4. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    ahahah era una battuta.

    :P
    CITAZIONE
    ma ciò non toglie che è un dubbio del cavolo! e allora potrei dirti il contrario: e se non rifiutando il cambiamento tu andassi a perdere ben altre cose? una scelta la devi fare! e poi cavolo, non puoi più semplicemente scegliere ciò che ti sembra la miglior cosa? c'è sempre da pensare che la miglior cosa in realtà non lo sia.....?

    Ah perché tu invece sei talmente sicuro della tua capacità di giudizio da andare avanti come un tir appena la tua mente ti dice "beh sì no male come idea"? Hai presente quante cacchiate le convezioni sociali, le abitudini, l'educazione ecc ci convincono a fare?
     
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  5. Nicola.
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 13/4/2012, 19:09) 
    CITAZIONE
    ahahah era una battuta.

    :P
    CITAZIONE
    ma ciò non toglie che è un dubbio del cavolo! e allora potrei dirti il contrario: e se non rifiutando il cambiamento tu andassi a perdere ben altre cose? una scelta la devi fare! e poi cavolo, non puoi più semplicemente scegliere ciò che ti sembra la miglior cosa? c'è sempre da pensare che la miglior cosa in realtà non lo sia.....?

    Ah perché tu invece sei talmente sicuro della tua capacità di giudizio da andare avanti come un tir appena la tua mente ti dice "beh sì no male come idea"? Hai presente quante cacchiate le convezioni sociali, le abitudini, l'educazione ecc ci convincono a fare?

    no per carità, non sono mai sicuro (ma ero sicuro che mel'avresti chiesto!). però dato che tu sei talmente insicura da preferire una non-scelta ad una scelta dettata da una sensazione/bisogno...beh, secondo me è un buon metodo/scusa per rimanere impantanati.
     
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  6. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    no per carità, non sono mai sicuro (ma ero sicuro che mel'avresti chiesto!). però dato che tu sei talmente insicura da preferire una non-scelta ad una scelta dettata da una sensazione/bisogno...

    Sono così prevedibile? :lol: In ogni caso io non voglio fare una "non-scelta", voglio solo la scelta più consapevole. Già siamo pupazzetti della genetica, della psicologia, di tutto quello ci trasciniamo nella nostra testa: cerchiamo almeno vagamente di pensare prima di agire! Troppa gente pensa di essere in grado di superare le nostre numerose limitazioni <_<

    CITAZIONE
    beh, secondo me è un buon metodo/scusa per rimanere impantanati.

    Su questo non c'è alcun dubbio :D
     
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  7. vivatruffaut
     
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    Diogene, se un giorno dovessi andare da qualche psicoterapeuta (non te lo auguro) lo/la faresti impazzire secondo me! :D Però forse non hai torto quando rifiuti, grazie alla tua razionalità, quella sottospecie di felicità che è in realtà conformismo e omologazione, e che sembra essere spesso l'unico obiettivo (banalissimo) di molte psicoterapie, soprattutto se lo specialista è estroverso. Pensa che molti artisti rifiutano di fare analisi proprio perché sanno che perderebbero la creatività e diventerebbero persone comuni, borghesi, anestetizzati dal successo sociale... Lou Reed forse avrebbe scritto le stesse canzoni di Gigi D'alessio (perlomeno con gli stessi noiosissimi argomenti sole-cuore-amore) se non avesse avuto svariati problemi psicologici.
     
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  8. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    Diogene, se un giorno dovessi andare da qualche psicoterapeuta (non te lo auguro) lo/la faresti impazzire secondo me! :D

    Il problema viene se mai fossi io a diventare una psicoterapeuta! :D Poveri sventurati pazienti...

    CITAZIONE
    Però forse non hai torto quando rifiuti, grazie alla tua razionalità, quella sottospecie di felicità che è in realtà conformismo e omologazione, e che sembra essere spesso l'unico obiettivo (banalissimo) di molte psicoterapie, soprattutto se lo specialista è estroverso. Pensa che molti artisti rifiutano di fare analisi proprio perché sanno che perderebbero la creatività e diventerebbero persone comuni, borghesi, anestetizzati dal successo sociale... Lou Reed forse avrebbe scritto le stesse canzoni di Gigi D'alessio (perlomeno con gli stessi noiosissimi argomenti sole-cuore-amore) se non avesse avuto svariati problemi psicologici.

    Grazie che non mi fai sentire autolesionista ^_^ Tutti credono nell'esistenza effettiva dei problemi e nell'esistenza delle soluzioni. Per me questo è dimenticare che siamo esseri umani
     
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  9. Odile83
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 13/4/2012, 18:14) 
    é anche vero che la serenità non permette di superare un certo livello di "scavi interiori", checché tutti ne dicano. Non che bisogna essere instabili a forza, ma una volta raggiunto il proprio equilibrio c'è ben poca possibilità che tu riesca a fare qualcosa di diverso per te e per gli altri. C'è sempre da decidere se preferisci essere felice o (illuderti di poter) guardare al di là della felicità. Continuo a pensare che la maggior parte della gente che ha rivoluzionato il mondo non aveva trovato il suo "sereno equilibrio."

    Intanto bisognerebbe saper distinguere lo scavo interiore dalle paranoie: è probabile che se la gente che ha rivoluzionato il mondo fosse rimasta affogata nelle proprie paranoie il mondo non lo avrebbe rivoluzionato per niente.
    [Einstein: "E=mc2??....no, che vado a pensare, sarà sicuramente una cavolata...sono una pippa, non concluderò mai nulla nella vita, vado a ingozzarmi di nutella e a compiangermi!" XD]
    E poi scusa io con "equilibrio" non intendo una sorta di serenità zen preconfezionata buona per tutti: ho parlato del PROPRIO equilibrio, che può quindi comprendere anche l'accettazione e la gestione dei lati più negativi -per un motivo o per l'altro- di noi stessi.

    CITAZIONE (Diogene W @ 13/4/2012, 18:14) 
    Ma poi mi metto a pensare: e se ciò che ho "risolto" avrebbe potuto insegnarmi cose di cui ora resterò per sempre ignorante? Sarà perché penso che la felicità non insegni granché. ^_^

    Queste sono solo paranoie insensate, appunto, scusa la franchezza.
    Se io uccidessi qualcuno, diventassi una barbona, aprissi una comunità per suore lesbiche, andassi in galera, tutto ciò mi insegnerebbe senz'altro cose nuove....e allora?
    Sei tu che puoi decidere quali sono le cose che vuoi "tenere" perchè ti sono utili, quali quelle che butti, qual è il tipo di scelta che porta (almeno in via potenziale) alla TUA personale "felicità"...che, proprio perchè personale, raramente può essere perfetta e completa.
    Pensa per esempio a una ragazza che sceglie di andare a fare il medico in un paese devastato dalla guerra, in
    mezzo a feriti, morte, merda, dolore, caos, quando invece avrebbe potuto -poniamo- diventare una brava mogliettina in una bella casetta a sfornare pargoli: perchè l'ha fatto? Perchè evidemente essere una brava mogliettina ecc ecc NON l'avrebbe resa felice, perchè evidentemente altri erano le pulsioni e i desideri che doveva seguire per trovare la sua felicità imperfetta e incompleta.
     
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  10. tandream
     
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    CITAZIONE
    Pensa per esempio a una ragazza che sceglie di andare a fare il medico in un paese devastato dalla guerra, in
    mezzo a feriti, morte, merda, dolore, caos, quando invece avrebbe potuto -poniamo- diventare una brava mogliettina in una bella casetta a sfornare pargoli: perchè l'ha fatto? Perchè evidemente essere una brava mogliettina ecc ecc NON l'avrebbe resa felice, perchè evidentemente altri erano le pulsioni e i desideri che doveva seguire per trovare la sua felicità imperfetta e incompleta.

    No, se ci va nel paese devastato è proprio perché nel paese in cui stava NON SAREBBE MAI potuta diventare una BRAVA MOGLIETTINA per questo preferisce andarsene. Le vocazioni sono solo illusioni.
     
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  11. Odile83
     
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    CITAZIONE (tandream @ 16/4/2012, 12:47) 
    CITAZIONE
    Pensa per esempio a una ragazza che sceglie di andare a fare il medico in un paese devastato dalla guerra, in
    mezzo a feriti, morte, merda, dolore, caos, quando invece avrebbe potuto -poniamo- diventare una brava mogliettina in una bella casetta a sfornare pargoli: perchè l'ha fatto? Perchè evidemente essere una brava mogliettina ecc ecc NON l'avrebbe resa felice, perchè evidentemente altri erano le pulsioni e i desideri che doveva seguire per trovare la sua felicità imperfetta e incompleta.

    No, se ci va nel paese devastato è proprio perché nel paese in cui stava NON SAREBBE MAI potuta diventare una BRAVA MOGLIETTINA per questo preferisce andarsene. Le vocazioni sono solo illusioni.

    Quella che dici te (se ho capito bene) è solo una possibilità, non l'unica spiegazione possibile.
     
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  12. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    Intanto bisognerebbe saper distinguere lo scavo interiore dalle paranoie: è probabile che se la gente che ha rivoluzionato il mondo fosse rimasta affogata nelle proprie paranoie il mondo non lo avrebbe rivoluzionato per niente.
    [Einstein: "E=mc2??....no, che vado a pensare, sarà sicuramente una cavolata...sono una pippa, non concluderò mai nulla nella vita, vado a ingozzarmi di nutella e a compiangermi!" XD]

    ahahah :lol: Mi piace il tuo esempio. é vero, bisogna distinguere le due cose. L'idea che abbiamo tutti (credo) è che lo scavo interiore sia costruttivo mentre le paranoie distruttive, dico bene? Ma chiunque lavora con la creatività, si accorge che il limite fra le due cose è fin troppo labile. E la cosa vale anche per chi fa filosofia (o i generale qualsiasi attività che richiede analisi interiore ecc ecc) o per tutti quelli che cercano di superare un problema: si parte in modo distruttivo, facendosi "paranoie", per poi risorgere dalle ceneri e scoprire che quel passaggio era utile per costruire qualcosa. Se si rimane al primo passaggio, allora è paranoia e basta (questo perché la nostra testa ci dice che facciamo bene solo quando otteniamo qualcosa di utile per la nostra felicità)

    Quindi: perché io non devo assecondare le mie paranoie se ci sono discrete possibilità che quelle mi porteranno a un passo successivo nel mio scavo interiore? Come si fa a distinguere davvero, quando le vivi, quelle che sono seghe mentali e quelle che sono potenziali scoperte su se stessi? é chiaro che prima di costruire bisogna distruggere, no?

    CITAZIONE
    E poi scusa io con "equilibrio" non intendo una sorta di serenità zen preconfezionata buona per tutti: ho parlato del PROPRIO equilibrio, che può quindi comprendere anche l'accettazione e la gestione dei lati più negativi -per un motivo o per l'altro- di noi stessi.

    Su questo siamo d'accordo :) é proprio l'accettazione che io trovo limitativa. Anche perché non è materialmente possibile vivere accettando, c'è necessariamente qualcosa contro cui devi lottare e che ti spinge all'azione. E allora perché devo accettare cose che non sopporto quando è SICURO che non potrò accettare tutto? è un po' lo stesso ragionamento che tento di fare con le limitazioni introverse: i problemi ci saranno sempre (non perché il destino è avverso o idiozie del genere, ma perché senza lotta la vita si ferma), allora perché non posso sceglermi io quali problemi risolvere?

    CITAZIONE
    Queste sono solo paranoie insensate, appunto, scusa la franchezza.

    Mi piace la franchezza :P Ma tu definisci la paranoia implicando una considerazione che a me irrita per principio (che poi è quella che ho scritto prima) "non va bene (=è una paranoia) tutto ciò che ci impedisce di costruire o fare qualcosa, o in altre parole, di essere utili a noi stessi e agli altri nel perseguimento della felicità nostra o altrui". Che è fondamentalmente una considerazione legittima, ma a parer mio un po' troppo coerente con la società contemporanea e i suoi modelli di produttività a tutti costi. Anche se non c'è dubbio che la sensazione di essere "inutile" e la sofferenza che ne deriva è insita nell'uomo. Soltanto che non è razionale. Significa che noi passiamo tutta la vita a fare solo ciò che ci dà qualcosa in cambio: che sia felicità, quando ne abbiamo bisogno, dolore, quando ne abbiamo bisogno, paura rabbia sorpresa ecc ecc.

    Tu non sei schiava delle paranoie, ma della ricerca della felicità :D

    CITAZIONE
    Se io uccidessi qualcuno, diventassi una barbona, aprissi una comunità per suore lesbiche, andassi in galera, tutto ciò mi insegnerebbe senz'altro cose nuove....e allora?

    L' "allora" dipende dal senso che pensi che debba avere la tua vita. Il problema è che questo senso è incredibilmente arbitrario: può non bastare per te come può bastare per altri. Io sto cercando di vivere per imparare e per me quello che hai scritto avrebbe assolutamente senso, e mi basterebbe, non mi fare la domanda "e allora?". Ma non lo farò, non perché non voglia farlo, ma perché va contro la mia umanità (=mi porterebbe sofferenza). :(

    CITAZIONE
    Sei tu che puoi decidere quali sono le cose che vuoi "tenere" perchè ti sono utili, quali quelle che butti, qual è il tipo di scelta che porta (almeno in via potenziale) alla TUA personale "felicità"...che, proprio perchè personale, raramente può essere perfetta e completa.

    Davvero pensi di avere qualche controllo, in quel senso? :huh: E anche ce lo avessi, la capacità di giudizio ti impedirebbe di fare nient'altro che seguire i tuoi bisogni mentali più impellenti. Mai fidarsi della capacità di giudizio di un essere umano...(meglio quella dei gatti :wub: )

    CITAZIONE
    Pensa per esempio a una ragazza che sceglie di andare a fare il medico in un paese devastato dalla guerra, in
    mezzo a feriti, morte, merda, dolore, caos, quando invece avrebbe potuto -poniamo- diventare una brava mogliettina in una bella casetta a sfornare pargoli: perchè l'ha fatto? Perchè evidemente essere una brava mogliettina ecc ecc NON l'avrebbe resa felice, perchè evidentemente altri erano le pulsioni e i desideri che doveva seguire per trovare la sua felicità imperfetta e incompleta.

    Vero (che mito! :B): )
     
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  13. Odile83
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 16/4/2012, 15:12) 
    ahahah :lol: Mi piace il tuo esempio. é vero, bisogna distinguere le due cose. L'idea che abbiamo tutti (credo) è che lo scavo interiore sia costruttivo mentre le paranoie distruttive, dico bene? Ma chiunque lavora con la creatività, si accorge che il limite fra le due cose è fin troppo labile. E la cosa vale anche per chi fa filosofia (o i generale qualsiasi attività che richiede analisi interiore ecc ecc) o per tutti quelli che cercano di superare un problema: si parte in modo distruttivo, facendosi "paranoie", per poi risorgere dalle ceneri e scoprire che quel passaggio era utile per costruire qualcosa. Se si rimane al primo passaggio, allora è paranoia e basta (questo perché la nostra testa ci dice che facciamo bene solo quando otteniamo qualcosa di utile per la nostra felicità)

    Quindi: perché io non devo assecondare le mie paranoie se ci sono discrete possibilità che quelle mi porteranno a un passo successivo nel mio scavo interiore? Come si fa a distinguere davvero, quando le vivi, quelle che sono seghe mentali e quelle che sono potenziali scoperte su se stessi? é chiaro che prima di costruire bisogna distruggere, no?

    Boh, per quel che mi riguarda le scoperte "vere" (cioè percepite come tali e non solo come possibili speculazioni), sono nate come ovvio epilogo dell'osservazione di come interagisco con il mondo esterno: quindi analisi di vita vissuta, al contrario delle paranoie.
    La differenza fra paranoie e scavo non è netta, è vero, ma vivendo fuori e non solo dentro di noi dopo un certo tempo ci accorgiamo della differenza, almeno per me è così.

    CITAZIONE
    Anche perché non è materialmente possibile vivere accettando, c'è necessariamente qualcosa contro cui devi lottare e che ti spinge all'azione. E allora perché devo accettare cose che non sopporto quando è SICURO che non potrò accettare tutto? è un po' lo stesso ragionamento che tento di fare con le limitazioni introverse: i problemi ci saranno sempre (non perché il destino è avverso o idiozie del genere, ma perché senza lotta la vita si ferma), allora perché non posso sceglermi io quali problemi risolvere?

    Cioè ma datti pazienza, allora perchè bell'appunto non posso eliminare le paranoie visto che rompono i coglioni? :lol:
    Comunque non parlavo dell'accettare supinamente tutto, ma del fatto che raggiunta una certa maturità di solito si capisce quali sono le cose che non puoi proprio cambiare. Perchè non le puoi cambiare? Boh, questo è un altro discorso.

    CITAZIONE
    Ma tu definisci la paranoia implicando una considerazione che a me irrita per principio (che poi è quella che ho scritto prima) "non va bene (=è una paranoia) tutto ciò che ci impedisce di costruire o fare qualcosa, o in altre parole, di essere utili a noi stessi e agli altri nel perseguimento della felicità nostra o altrui". Che è fondamentalmente una considerazione legittima, ma a parer mio un po' troppo coerente con la società contemporanea e i suoi modelli di produttività a tutti costi. Anche se non c'è dubbio che la sensazione di essere "inutile" e la sofferenza che ne deriva è insita nell'uomo. Soltanto che non è razionale. Significa che noi passiamo tutta la vita a fare solo ciò che ci dà qualcosa in cambio: che sia felicità, quando ne abbiamo bisogno, dolore, quando ne abbiamo bisogno, paura rabbia sorpresa ecc ecc.

    Tu non sei schiava delle paranoie, ma della ricerca della felicità :D

    Tutto ciò che ci da malessere inutilmente non va bene secondo me, eccheccavolo! O perlomeno è umano e sensato cercare di cancellarlo!
    Che c'entra la produttività a tutti i costi? Le paranoie non impediscono solo di produrre, ma anche di vivere decentemente con noi stessi, e per quale diavolo di motivo dovrei voler vivere male?
    Io non cerco la "felicità", concetto al quale non credo, cerco di trovare la mia strada per poter vivere bene per quanto mi è possibile.

    CITAZIONE
    Il problema è che questo senso è incredibilmente arbitrario: può non bastare per te come può bastare per altri. Io sto cercando di vivere per imparare e per me quello che hai scritto avrebbe assolutamente senso, e mi basterebbe, non mi fare la domanda "e allora?". Ma non lo farò, non perché non voglia farlo, ma perché va contro la mia umanità (=mi porterebbe sofferenza). :ù

    Sì certo, è che dalle tue parole sembrava che se siccome QUALUNQUE paranoia poteva potenzialmente portare a qualcosa di positivo allora è meglio ingozzarcele tutte che non si sa mai. :lol:

    CITAZIONE
    Davvero pensi di avere qualche controllo, in quel senso? :huh: E anche ce lo avessi, la capacità di giudizio ti impedirebbe di fare nient'altro che seguire i tuoi bisogni mentali più impellenti.

    Nei limiti del mio essere umano e dunque sottomessa al mio inconscio, al periodo in cui vivo, al mio corpo e simili bazzecole, sì.
    L'ultima frase non l'ho capita :hmm.gif:
     
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  14. DariotheFox
     
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    Io penso di aver fatto quel cosidetto viaggio "al di là della felicità", e come avevo già letto in decine di movimenti e pensieri:

    Ritornerai da dove sei partito.

    Ragazzi la semplicità, è la vera risposta. Certo prima bisogna affrontare tutta la tempesta e le fronde incoltivate dell'anima, ma risolte questo che pensate di trovare?

    Un semplice mare calmo, e una piacevole passeggiata nel bosco.

    Ritorneremo alla Natura, che è la vera meta. Invidieremo un albero, egli vive e non ha bisogno di capire il perchè.


    Sta diventando la mia nuova guerra: la felicità è la migliore scelta.

    Non è tanto quello che sei o che fai, che tu sia e desideri una casa e una famiglia oppure sei un medico senza frontiere, la cosa importante è quante energie positive immetti nel mondo secondo il tuo raggio di azione.

    Pensate che crescere due figli sani e di validi principi sia meno di far il medico in popolazioni disagiate? Pensate ci voglia meno energia, che sia meno eroico?

    Un consiglio: mettete tutto sempre in discussione.
     
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  15. Franz86
     
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    CITAZIONE (DariotheFox @ 26/5/2012, 13:48) 
    Io penso di aver fatto quel cosidetto viaggio "al di là della felicità", e come avevo già letto in decine di movimenti e pensieri:

    Ritornerai da dove sei partito.

    Ragazzi la semplicità, è la vera risposta. Certo prima bisogna affrontare tutta la tempesta e le fronde incoltivate dell'anima, ma risolte questo che pensate di trovare?

    Un semplice mare calmo, e una piacevole passeggiata nel bosco.

    Ritorneremo alla Natura, che è la vera meta. Invidieremo un albero, egli vive e non ha bisogno di capire il perchè.


    Sta diventando la mia nuova guerra: la felicità è la migliore scelta.

    Non è tanto quello che sei o che fai, che tu sia e desideri una casa e una famiglia oppure sei un medico senza frontiere, la cosa importante è quante energie positive immetti nel mondo secondo il tuo raggio di azione.

    Pensate che crescere due figli sani e di validi principi sia meno di far il medico in popolazioni disagiate? Pensate ci voglia meno energia, che sia meno eroico?

    Un consiglio: mettete tutto sempre in discussione.

    Ti quoto totalmente, anche se userei la parola "serenità" al posto di "felicità".
     
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71 replies since 7/4/2012, 18:39   973 views
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