Questionare i propri gusti

musica, film, vestiti, persone...

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    Vi capita?

    Mi spiego meglio. A me capita spesso di dover dare una spiegazione "razionale" a tutto, anche cose che dovrebbero essere istintive, come i gusti che abbiamo in fatto di musica, estetica, persone e via discorrendo, spesso evitando quindi anche di godermi le cose che mi piacciono...

    Nel mio caso cerco sempre una spiegazione "psicologica", ad esempio: da ragazzo mi piaceva il metal, e pensandoci adesso credo che ciò derivasse dal semplice voler sentire qualcosa di diverso dal pop che sentivano tutti, disprezzavo i discotecari (come persone) e quindi di rimando disprezzavo anche la loro musica. In poche parole, il fatto che mi piacesse il metal non derivava da un piacere della musica in sé, ma da elementi di contorno in un certo senso.

    Poi col tempo musicalmente sono virato verso altri lidi, sempre per motivi più di contorno che per amore della musica stessa: ho scoperto il progressive rock, che ben si conciliava con la profondità di una persona introversa come me, poi il jazz, e infine, ironia della sorte, ho soperto per caso la musica elettronica, e il cerchio si chiude! Adesso succede che non riesco più a godermi la musica che mi piace, passo più tempo a questionare il perché mi piace, —e a volte addirittura a sentirmi in colpa per i miei gusti! non abbastanza puri— che non a lasciarmi trasportare dalle note.

    Lo stesso mi capita in altri ambiti, se mi piace una ragazza non mi lascio trasportare dalla cosa, piuttosto devo dissezionare il perché mi piace, il cosa trovo affascinante in lei, e spesso le risposte che mi dò non mi piacciono, in quanto le motivazioni che trovo spesso ricadono sulle mie paure ed insicurezze.

    Altro esempio: non mi piace il mare. Non riesco ad accettare che semplicemente preferisca la montagna o la città, no! Nella mia testa mi dico che il mare non mi piace per via della mia insicurezza, perché da piccolo quando mi ci portavano non legavo con gli altri bambini, e perché non mi sento a mio agio col mio corpo (non mi piaccio, per dirla in breve).

    È come se non accettassi l'irrazionalità, e alla fine tutti i gusti che in qualche modo si possano ricondurre all'introversione li ritengo ""sbagliati"" o ancora meglio "non genuini".

    È un ragionamento un po' contorto.... voi che ne pensate?


     
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  2. pacciotto
     
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    Beh, anch'io cerco di interrogarmi sul perché mi piaccia o non mi piaccia una cosa o una persona. Riflettere fa parte di me, anche se magari non sempre giungo a risposte precise.
     
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  3. Origin753
     
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    CITAZIONE (Jojo. @ 1/7/2012, 10:25) 
    Vi capita?

    Sì, certo. ^_^
    Sto anche sviluppando una teoria. In questo link c'è una bozza, l'origine della teoria: http://yeswethink.forumfree.it/?t=48950912#lastpost
    Il post è piuttosto vecchio, naturalmente la sto ancora coltivando...

    CITAZIONE (Jojo. @ 1/7/2012, 10:25) 
    Mi spiego meglio. A me capita spesso di dover dare una spiegazione "razionale" a tutto, anche cose che dovrebbero essere istintive, come i gusti che abbiamo in fatto di musica, estetica, persone e via discorrendo, spesso evitando quindi anche di godermi le cose che mi piacciono...

    Anch'io mi do una spiegazione razionale, ma mi godo quello che mi piace, anzi se scopro il collegamento mi piace ancora di più perché vedo che fa parte della mia personalità! :P

    CITAZIONE (Jojo. @ 1/7/2012, 10:25) 
    Nel mio caso cerco sempre una spiegazione "psicologica", ad esempio: da ragazzo mi piaceva il metal, e pensandoci adesso credo che ciò derivasse dal semplice voler sentire qualcosa di diverso dal pop che sentivano tutti, disprezzavo i discotecari (come persone) e quindi di rimando disprezzavo anche la loro musica. In poche parole, il fatto che mi piacesse il metal non derivava da un piacere della musica in sé, ma da elementi di contorno in un certo senso.

    E che male c'è? :hmm.gif: Fa parte del gioco. Quando si parla di Musica, nella nostra epoca, non si tratta più solo "musica" (note e parole), ma di un sistema complesso che comprende tanti meccanismi e coinvolge quello che hai detto tu (l'identità), ma anche il business, la socialità,...
    C'è da considerare anche il contorno e non è meno puro, perchè è impossibile, secondo me, non considerarlo.

    CITAZIONE (Jojo. @ 1/7/2012, 10:25) 
    Altro esempio: non mi piace il mare. Non riesco ad accettare che semplicemente preferisca la montagna o la città, no! Nella mia testa mi dico che il mare non mi piace per via della mia insicurezza, perché da piccolo quando mi ci portavano non legavo con gli altri bambini, e perché non mi sento a mio agio col mio corpo (non mi piaccio, per dirla in breve).

    Anche a me non piace il mare anche per quel motivo lì, ma, di nuovo, che problema c'è?
    L'altro lato della medaglia: a molti piace il mare perchè non vedono l'ora di mostrarsi di far vedere il "duro lavoro" di palestra, diete, di tutto l'anno...esibizionismo.
    Sono semplicemente due motivazioni diverse, sono motivi razionali, ma non per questo sono meno puri... ^_^

     
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  4. Diogene W
     
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    è un chiodo fisso abbastanza insistente quello di trovare speigazioni a tutto ciò che faccio: tranquillo, non sei solo :lol:

    Anche se in realtà la mia attenzione è focalizzata più sulle mie azioni. Quando devo studiare, per esempio, una gran parte del mio cervello è concentrata sui meccanismi della mia testa e sente il bisogno di ricordarli, analizzarli (e poi sistemarli in modo da migliorare il mio metodo di apprendimento).

    è il destino della gente "troppo razionale" e forse "troppo concentrata su di sè". Quello che mi chiedo, più che altro, è se ti limiti ad analizzare i tuoi gusti o tenti talvolta di forzarli per farli rientrare nel tuo profilo :hmm.gif:
     
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  5. Odile83
     
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    Oh yes.
    Da bambina e da adolescente mi preoccupavo sempre del perchè avessi certi gusti, certi desideri, certe idiosincrasie ecc, e soprattutto se tutte queste cose fossero giuste e coerenti :rolleyes: .
    Poi ora da più grande anche se prendo le cose con più tranquillità mi piace comunque riflettere su come è nata una certa passione, sul perchè è morta, su cosa significa per me...
     
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    Mi sento proprio a casa in questo forum. :' )

    QUOTE
    Quello che mi chiedo, più che altro, è se ti limiti ad analizzare i tuoi gusti o tenti talvolta di forzarli per farli rientrare nel tuo profilo :hmm.gif:

    Purtroppo è la seconda, ho un immagine mentale di me mooolto fissa, e non appeno "sgarro" scattano i sensi di colpa, o meglio, come dice Odile, scatta la paura di non essere "giusto" e coerente con me stesso...
     
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  7. alexey86
     
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    Io non ci penso nell'ottica "coerenza sempre" ma ad esempio ho trovato il filo conduttore delle canzoni che mi piacciono di più anche se sono diversissime tra loro...
     
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  8. tandream
     
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    Forse è esattamente il contrario: è la razionalità a non piacerti, non l'irrazionalità. Direi che però c'è un po' in tutti gli introversi un certo modello per il perfezionismo, noi pensiamo a quel modello e se "sentiamo" di non soddisfarlo certe cose o non riusciamo a farle oppure dobbiamo "violentare" una parte di noi pur di farle.
     
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  9. Franz86
     
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    CITAZIONE (alexey86 @ 2/7/2012, 11:24) 
    Io non ci penso nell'ottica "coerenza sempre" ma ad esempio ho trovato il filo conduttore delle canzoni che mi piacciono di più anche se sono diversissime tra loro...

    roll1roll1roll1
     
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  10. alexey86
     
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    @franz86 ...peccato che il filo conduttore l'ho trovato DOPO e non PRIMA :P
     
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  11. Ivanovic
     
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    CITAZIONE (Jojo. @ 1/7/2012, 10:25) 
    e alla fine tutti i gusti che in qualche modo si possano ricondurre all'introversione li ritengo ""sbagliati"" o ancora meglio "non genuini".

    Molti dei nostri gusti non sono che l'espressione e il sintomo di alcuni problemi psicologici, quando li si risolvono queste cose smettono di piacerci e ce ne piacciono altre, più vicine alla nostra vera natura e quindi più gratificanti e soddisfacenti.

    Quasi tutti non si chiedono mai perché qualcosa gli piaccia, come se non fosse un problema da porsi, come se le proprie inclinazioni fossero un dato di fatto immodificabile, come se in sostanza si ritenessero perfetti e non da mettersi in discussione.

    CITAZIONE (Jojo. @ 1/7/2012, 10:25) 
    Altro esempio: non mi piace il mare. Non riesco ad accettare che semplicemente preferisca la montagna o la città, no! Nella mia testa mi dico che il mare non mi piace per via della mia insicurezza, perché da piccolo quando mi ci portavano non legavo con gli altri bambini, e perché non mi sento a mio agio col mio corpo (non mi piaccio, per dirla in breve).

    Appunto, altri nella tua posizione si racconterebbero che non gli piace il mare, punto.
     
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  12. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    Molti dei nostri gusti non sono che l'espressione e il sintomo di alcuni problemi psicologici, quando li si risolvono queste cose smettono di piacerci e ce ne piacciono altre, più vicine alla nostra vera natura e quindi più gratificanti e soddisfacenti.

    Sai che questo è ufficialmente uno dei terrori più grandi della mia vita? Soprattutto perché è difficile per noi riconoscere ciò che è un "problema psicologico" e ciò che è nella "nostra vera natura", se stiamo ad ascoltare gli altri (come faccio io). :( Così adesso ho l'insana impressione che il mondo mi porterà via ciò che mi rende più felice e io glielo permetterò.
     
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  13. Ivanovic
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 2/7/2012, 15:10) 
    Sai che questo è ufficialmente uno dei terrori più grandi della mia vita? Soprattutto perché è difficile per noi riconoscere ciò che è un "problema psicologico" e ciò che è nella "nostra vera natura", se stiamo ad ascoltare gli altri (come faccio io). :( Così adesso ho l'insana impressione che il mondo mi porterà via ciò che mi rende più felice e io glielo permetterò.

    Forse è qualcosa di simile a quello che scrive Jojo, con la differenza che invece di cercare di seguire un tuo giudizio cerchi di seguire un giudizio esterno?

    CITAZIONE
    Adesso succede che non riesco più a godermi la musica che mi piace, passo più tempo a questionare il perché mi piace, —e a volte addirittura a sentirmi in colpa per i miei gusti! non abbastanza puri— che non a lasciarmi trasportare dalle note.

     
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  14. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    Forse è qualcosa di simile a quello che scrive Jojo, con la differenza che invece di cercare di seguire un tuo giudizio cerchi di seguire un giudizio esterno?

    ...No. Il mio problema è che non sono in grado di distinguere la felicità che mi deriva da un "problema psicologico" e quella che deriva dalla mia "vera natura". Se dovessi sentire il resto del mondo, per il solito fatto di essere introversa, gran parte di ciò che faccio (stare "chiusa in camera", stare "attaccata al computer", non avere amici ecc ecc) è sintomo di uno squilibrio. E io ho sempre dato credito a quello che mi veniva detto, anche se non è mai sembrato così. Ma, accettando pian pianino la mia "diversità", mi sto rendendo conto che su tante cose la gente sbaglia. Ma su quante? Quindi adesso c'è una tipologia di felicità e una tipologia di scelte che farei per raggiungerla (sempre della serie "ho vent'anni e devo direzionare la mia vita") che non so se sono temporanee perché causate da uno squilibrio o sono davvero parte di me. Questo è il mio sacrosanto enigma. :unsure:

    Non è nient'altro poi che il classico confine fra "diverso" e "insano", che è difficile da tracciare perché non può essere totalmente personale (perché i pazzi in generale non sono coscienti di esserlo) e non può essere totalmente deciso dalla società (perché gli schemi sociali sono fatti per rendere felici le maggioranze, non le minoranze).
     
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  15. Ivanovic
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 2/7/2012, 16:36) 
    ...No. Il mio problema è che non sono in grado di distinguere la felicità che mi deriva da un "problema psicologico" e quella che deriva dalla mia "vera natura". Se dovessi sentire il resto del mondo, per il solito fatto di essere introversa, gran parte di ciò che faccio (stare "chiusa in camera", stare "attaccata al computer", non avere amici ecc ecc) è sintomo di uno squilibrio. E io ho sempre dato credito a quello che mi veniva detto, anche se non è mai sembrato così. Ma, accettando pian pianino la mia "diversità", mi sto rendendo conto che su tante cose la gente sbaglia. Ma su quante? Quindi adesso c'è una tipologia di felicità e una tipologia di scelte che farei per raggiungerla (sempre della serie "ho vent'anni e devo direzionare la mia vita") che non so se sono temporanee perché causate da uno squilibrio o sono davvero parte di me. Questo è il mio sacrosanto enigma. :unsure:

    Non è nient'altro poi che il classico confine fra "diverso" e "insano", che è difficile da tracciare perché non può essere totalmente personale (perché i pazzi in generale non sono coscienti di esserlo) e non può essere totalmente deciso dalla società (perché gli schemi sociali sono fatti per rendere felici le maggioranze, non le minoranze).

    E quindi temi che seguendo questo giudizio e schema del mondo (cosa che a molti, sia introversi che non, non passa nemmeno per la testa, anche se fanno cose particolarmente inusuali) arriverai a negarti ciò che ti rende felice?

    CITAZIONE
    che non so se sono temporanee perché causate da uno squilibrio o sono davvero parte di me.

    Questa è la domanda da un milione di dollari, di cui tutti vorremmo avere una risposta.

    E' un enigma che avremo sempre (noi saremo sempre un mistero per noi, a meno di non arrivare alla completa conoscenza di noi stessi), ma ci si può lavorare e via via trovare cose di cui siamo più convinti che corrispondano alla nostra vera natura e che sentiamo ci gratificano di più.

    Nel far questo il confronto con il mondo può essere utile... ma forse tu ti ci affidi ancora un po' troppo (ma già meno di prima, visto che incominci a metterlo in discussione e ti rendi conto che su tante cose la gente sbaglia), più in là riuscirai a fare più affidamento su te stessa. ;)
     
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64 replies since 1/7/2012, 09:25   779 views
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