Questionare i propri gusti

musica, film, vestiti, persone...

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  1. Franz86
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 3/7/2012, 05:44) 
    Sto parlando dei modi in cui i bisogni fondamentali dell'Essere Umano si dimostrano. E questi cambiano (da cultura a cultura, da epoca a epoca, da età a età ecc). O neanche su questo siamo d'accordo? -_-

    No, sono due post (solo in questo topic!) che cerco di farti capire che non è così. Il discorso sul bisogno affettivo non lo puoi negare se non facendo della filosofia artistica, mi dispiace.
    Ciò che varia è tutto quel che è secondario. Tu sembri non riuscire ad ammetterlo perchè semplicemente questo sconquasserebbe la tua visione del mondo relativista.
    CITAZIONE
    Ne parli come se fossero cose innate e controllabili. :huh:

    Assolutamente no, però sono cose che si coltivano col tempo e che è assurdo pretendere di trovare già in ogni adolescente. Tu chiedevi:
    CITAZIONE (Diogene W @ 2/7/2012, 18:19) 
    Ora quello che mi chiedo: se uno sentisse che la sua felicità risiede in qualcosa che va contro la cultura/ambiente/società ecc, sarebbe davvero in grado di non "cedere" alle critiche al disagio e inseguire quella felicità?

    Essere capaci di svincolarsi dal giudizio altrui richiede forza di carattere, maturità, autostima, etc. Ad una certa età certe doti possono non essere sufficientemente sviluppate, anni dopo, in un individuo che si applica, possono invece esserlo al punto da consentirgli di fare scelte non-conformistiche (non scrivo anticonformistiche perchè è una parola retorica ed abusatissima).
    CITAZIONE
    Io sto parlando di una persona che era contenta di ciò che aveva ma poiché la sua felicità non era considerata "giusta" e perciò condivisa dal suo ambiente è naturalmente diventata un dispiacere.

    E' appunto una persona immatura e molto dipendente dal giudizio altrui. Non è che ci sia molto dire. Se però si vuole negare questo e continuare a ragionare evitando la motivazione più logica non si può cavare un ragno dal buco.
    CITAZIONE (Ivanovic @ 3/7/2012, 09:57) 
    Secondo me no, la forza si dimostra già nel sentire dove risiede la propria felicità anche se và contro le convenzioni.

    Se uno riesce a sentire questo allora inseguirà quella felicità e la otterrà: where there is a will there is a way.

    E' un livello di forza differente: sentire è un conto, fare un altro. Ma limitandosi alla percezione non si ottiene comunque nulla, il desiderio va tradotto in pratica per ottenere soddisfazione vera.
     
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  2. davidedavidedavide.
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 2/7/2012, 17:45) 
    CITAZIONE
    per te quello squilibrio "adolescenziale" è la felicità, ti fa star bene.

    Ma la felicità è davvero un sentimento così naturale? O meglio...Non dipende forse molto da quello che il mondo stabilisce essere felicità?
    Perché... non è la felicità condivisa più felice di quella non condivisa (anche solo a livello astratto)?

    Non so se riesco a spiegarmi, sto riflettendo :hmm.gif: Faccio un esempio: se sei l'unico al mondo che si sente felice camminando a gattoni per la casa, siamo così sicuri che dopo un po' di tempo, poiché nessun altro la condivide, quella felicità non diventi lentamente meno piacevole?

    Sì, secondo me sì, nel senso, sono d'accordo. La felicità di oggi è standardizzata. Bisogna andare al pub, in discoteca, vestirsi in un certo modo, scopare come ricci con partners occasionali, essere anestetizzati, indifferenti, ricchi, "sistemarsi", un mix di stronzate a mille che nell'interesse di chi vende sono pompate a milioni. Mi spiego: i modelli che vendono sono irraggiungibili, il concetto di modello, di idea quasi platonica, implica l'irraggungibilità, sennò non sarebbe un modello. Se nn puoi raggiungere una cosa ma la vuoi con tutt* te stess*, allora comprerai e navigherai sulla frustrazione che solo omologarti e comprare potrà lenire.
    Essere adolescenti può voler dire solo opporsi alla massa mentre esserlo in maniera matura, adolescenti, vuol dire che ci si può sia opporre alla massa che seguirla se è nella propria natura, a seconda dei propri gusti. Ne ho conosciuti io di antagonisti, adolescenti perenni, del tutto adattati alla massa (maschilisti, violenti, razzisti, machisti, aperitivari, pubbari ecc...) nonostante in perenne agitazione e in No continui, secondo me quella, ad esempio, è omologazione pura. Mi hanno anche cacciato da un collettivo perché ho detto che picchiare i fascisti e i poliziotti è da fascisti e Marx che voleva umanizzare l'umanità, si sarebbe rivoltato nella tomba...

    Infatti la teoria dei bisogni anepetiana non dice che la "felicità" (che non vuol dire assenza di rabbia, tristezza) sta nel fare quello che rende felici i "normali" (beh, poi, circola una felicità a palate in giro tra i "normali"...). Ma che bisogna trovare la propria strada, la propri natura, né in opposizione solo per dire No, sempre, alla società, né in omologazione totale.

    Esempio: ho iniziato a recitare e a scrivere da bambino, come spesso capita ai giovini attori, ho voluto seguire la mia natura nonostante i miei siano economicamente modesti e discenda da nobili stirpi di contadini e servi, e gli attori che ho conosciuto a Roma, sono in maggioranza snob figli della borghesia intellettuale e/o mercantile (e, in molti casi, dato che ricchezza non fa talento, incapaci). Ho voluto assecondare la mia natura ma non lo sto facendo in omolgazione alla massa, però faccio l'attore in teatro, che è considerata una cosa tradizionale, ma scrivo testi con molte battute e monologhi (che nel teatro contemporaneo è una bestemmia), non dico che sono equilibrato, me ne manca ancora di strada, ma ci provo. Non faccio il modello, non ho neanche provato ad entrare in accademia ma studio con corsi e laboratori (molto più formativi spesso delle accademie perché li scegli tu) e mi rifiuto di fare spettacol comici deficienti o pubblicità. È molto faticoso perché così non ti pagano niente, ma se reciti in una pubblicità ti sganciano subito 3000 euro........... Non so quanto potrà durare visto che non ho di che mangiare, però intanto ci provo e se non ci riesco emigro, lì, nel nord Europa, gli attori sono considerati come un medico qui.
    E, guadagnano, facendo teatro, solo teatro, 5-6000 euro al mese...

    Cerco di trovare la mia strada perché la maggioranza degli/le introvers* che ho conosciuto che, o dicono sempre No, o sempre Sì, stanno tutti male (a parte in questa società, gli intro, se non si disalienano, stanno tutt*, chi più chi meno, male), oscillano, tra l'altro, tra la dipendenza e l'autosufficienza, e tutt* credono di star bene e che la loro sia l'Introversione.
    Insomma, secondo Anepeta, l'introverso deve trovare la sua strada, coltivare la sua natura, sennò starà male vita natural durante.

    Però non è una condanna, differenziarsi e studiare, diventare liberi, è una condanna molto piacevole, si sente di più, si odia di più, si ama di più. Si deve solo faticare molto, ma poi si sta bene.
     
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  3. Franz86
     
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    CITAZIONE (davidedavidedavide. @ 3/7/2012, 13:08) 
    Sì, secondo me sì, nel senso, sono d'accordo. La felicità di oggi è standardizzata. Bisogna andare al pub, in discoteca, vestirsi in un certo modo, scopare come ricci con partners occasionali, essere anestetizzati, indifferenti, ricchi, "sistemarsi", un mix di stronzate a mille che nell'interesse di chi vende sono pompate a milioni. Mi spiego: i modelli che vendono sono irraggiungibili, il concetto di modello, di idea quasi platonica, implica l'irraggungibilità, sennò non sarebbe un modello. Se nn puoi raggiungere una cosa ma la vuoi con tutt* te stess*, allora comprerai e navigherai sulla frustrazione che solo omologarti e comprare potrà lenire(...)
    Però non è una condanna, differenziarsi e studiare, diventare liberi, è una condanna molto piacevole, si sente di più, si odia di più, si ama di più. Si deve solo faticare molto, ma poi si sta bene.

    Secondo me ve la raccontate un po', sia te che Diogene W: non è che ci vorrebbe chissà che forza di carattere immane per svincolarsi dal conformismo dominante: è che al giorno d' oggi la gente è così standardizzata che un minimo di non-conformismo appare come un' enormità.
    Ma non si tratta di imprese titaniche, stiamo parlando appunto di non andare al pub, in discoteca, vestirsi in un certo modo, scopare come ricci con partners occasionali, essere anestetizzati, indifferenti, ricchi, "sistemarsi", un mix di stronzate a mille che nell'interesse di chi vende sono pompate a milioni.
    Basta un po' di autostima, un po' di forza di carattere e si risparmiano pure un sacco di soldi ... :D

    Ma sinceramente, una delle cose che mi stanno stupendo di più durante la mia permanenza qui sul forum è tutta questa dipendenza dal giudizio altrui da parte degli introversi.

    p.s.: la "felicità" derivante dall' adesione a quel modello non è felicità vera. La felicità vera è una cosa molto più semplice.
     
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  4. alexey86
     
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    Dipende anche da quanto esci dalle convenzioni sociali: se dici che sei andato a vedere nuoto sincronizzato al massimo fanno due battute e morta lì ma vai dire "sono andato a vedere una tipa che si rigira nel filo spinato" vedi che faccie fanno. La difficoltà è tutta nel quanto pisci fuori dal vaso : se è poco fatichi poco se è tanto sono cazzi!
     
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  5. Franz86
     
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    CITAZIONE (alexey86 @ 3/7/2012, 13:42) 
    Dipende anche da quanto esci dalle convenzioni sociali: se dici che sei andato a vedere nuoto sincronizzato al massimo fanno due battute e morta lì ma vai dire "sono andato a vedere una tipa che si rigira nel filo spinato" vedi che faccie fanno. La difficoltà è tutta nel quanto pisci fuori dal vaso : se è poco fatichi poco se è tanto sono cazzi!

    Questa delle tipe che si rotolano nel filo spinato meriterebbe una discussione apposita ... Tra le cose deliranti di cui parli solitamente questa si è guadagnata una posizione di rilievo. roll1roll1roll1

    p.s: ci sono solo le faccine che si rotolano, per il filo spinato usa l' immaginazione :D
     
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  6. alexey86
     
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    Il termine tecnico è extreme body artist ma la descrizione scritta sopra si fà capire di più :D . Per dire sabato sera ho fatto ridere mezza tavolata perchè ho messo l'insalata di riso nel cartone della pizza al posto che nel piatto solo perchè non volevo sporcarlo: la massa è così...un pò scema :D
     
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  7. Odile83
     
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    CITAZIONE (Franz86 @ 3/7/2012, 13:22) 
    Secondo me ve la raccontate un po', sia te che Diogene W: non è che ci vorrebbe chissà che forza di carattere immane per svincolarsi dal conformismo dominante: è che al giorno d' oggi la gente è così standardizzata che un minimo di non-conformismo appare come un' enormità.
    Ma non si tratta di imprese titaniche, stiamo parlando appunto di non andare al pub, in discoteca, vestirsi in un certo modo, scopare come ricci con partners occasionali, essere anestetizzati, indifferenti, ricchi, "sistemarsi", un mix di stronzate a mille che nell'interesse di chi vende sono pompate a milioni.
    Basta un po' di autostima, un po' di forza di carattere e si risparmiano pure un sacco di soldi ... :D

    Sì, e anche essere fare e pensare ciò che si vuole senza doversi giustificare o prendere posizione o giudicare scelte altrui non sarebbe male...
     
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  8. Ivanovic
     
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    CITAZIONE (Franz86 @ 3/7/2012, 13:22) 
    Secondo me ve la raccontate un po', sia te che Diogene W: non è che ci vorrebbe chissà che forza di carattere immane per svincolarsi dal conformismo dominante

    Tutto è relativo, ci vuole comunque una forza (o semplicemente una voglia di fare fatica) molto maggiore di quella della maggioranza.

    Ricordati che fai parte dell'élite e se vuoi aiutare gli altri tieni conto del livello a cui sono. ;)

    CITAZIONE (Franz86 @ 3/7/2012, 13:22) 
    Ma sinceramente, una delle cose che mi stanno stupendo di più durante la mia permanenza qui sul forum è tutta questa dipendenza dal giudizio altrui da parte degli introversi.

    Gli introversi (spesso) sono persone che temono il giudizio altrui e quindi dipendono da esso, altrimenti non sarebbero introversi.

    Forse tu sei un introverso un po' più "genuino" della media e quindi ti risulta strano questo fatto...

    CITAZIONE (Franz86 @ 3/7/2012, 13:02) 
    E' un livello di forza differente: sentire è un conto, fare un altro.

    Rifletti su cosa determina il sentire e il pensare.

    CITAZIONE (alexey86 @ 3/7/2012, 13:42) 
    Dipende anche da quanto esci dalle convenzioni sociali: se dici che sei andato a vedere nuoto sincronizzato al massimo fanno due battute e morta lì ma vai dire "sono andato a vedere una tipa che si rigira nel filo spinato" vedi che faccie fanno. La difficoltà è tutta nel quanto pisci fuori dal vaso : se è poco fatichi poco se è tanto sono cazzi!

    Uno che esce dalle convenzioni sociali andrà a parlare con i suoi simili, mica con i conformisti!
     
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  9. Franz86
     
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    CITAZIONE (alexey86 @ 3/7/2012, 13:53) 
    Il termine tecnico è extreme body artist ma la descrizione scritta sopra si fà capire di più :D . Per dire sabato sera ho fatto ridere mezza tavolata perchè ho messo l'insalata di riso nel cartone della pizza al posto che nel piatto solo perchè non volevo sporcarlo: la massa è così...un pò scema :D

    Ah, ecco da dove vengono le conoscenze con le modelle fetish ...

    Per i piatti non ti preoccupare, la cosa ha una sua logica innegabile. Però, per essere coerente, se ti capitasse di dover dormire in albergo dovresti portarti il sacco a pelo, così non sporcheresti le lenzuola ... :P
     
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  10. Ivanovic
     
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    CITAZIONE (alexey86 @ 3/7/2012, 13:53) 
    Il termine tecnico è extreme body artist ma la descrizione scritta sopra si fà capire di più :D . Per dire sabato sera ho fatto ridere mezza tavolata perchè ho messo l'insalata di riso nel cartone della pizza al posto che nel piatto solo perchè non volevo sporcarlo: la massa è così...un pò scema :D

    E' vero... hanno un terrificante senso dell'umorismo da bambini in età pre-scolare. <_<
     
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  11. Franz86
     
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    CITAZIONE (Odile83 @ 3/7/2012, 13:59) 
    Sì, e anche essere fare e pensare ciò che si vuole senza doversi giustificare ...

    Sono d' accordo fino a questo punto.
    CITAZIONE
    ... o prendere posizione o giudicare scelte altrui non sarebbe male...

    Fare questo è già molto più difficile. Di solito coloro i quali affermano di "non giudicare" sono addirittura i peggiori giudiconi ...
    Comunque sarebbe anche questo un obiettivo da perseguire, certo. Ma è un qualcosa di ascetico, se lo si prende davvero e integralmente sul serio.
     
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  12. Diogene W
     
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    weight_lift

    Partiamo dalle piccole cose: secondo voi quindi nel mondo c'è la "massa" (gretta, limitata, omolgata, falsa, con una felicità non vera) e poi ci sono i "diversi" (che tentano di liberarsi, che tentano di non basarsi sul giudizio altrui, che possono raggiungere una felicità più vera).

    Ora. Siamo d'accordo sul fatto che dal momento in cui un individuo scopre un altro individuo simile a lui per bisogni, e quindi diventa consapevole del ruolo della propria realtà nel mondo, entra naturalmente a far parte di una "massa" e diventa "omologato"? E quindi che noi "diversi" ci comportiamo esattamente come gli "uguali", dipendendo dal giudizio degli altri, seguendo i modelli imposti, cercando la stessa identica felicità che semplicemente si traduce in meccanismi differenti? Perché sì, l'omologazione (se guardate il termine così com'è, non come vi è stato detto di guardarlo) non va solo in una direzione.

    Siamo d'accordo su questo?


     
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  13. Franz86
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 3/7/2012, 15:38) 
    weight_lift

    Partiamo dalle piccole cose: secondo voi quindi nel mondo c'è la "massa" (gretta, limitata, omolgata, falsa, con una felicità non vera) e poi ci sono i "diversi" (che tentano di liberarsi, che tentano di non basarsi sul giudizio altrui, che possono raggiungere una felicità più vera).

    Ora. Siamo d'accordo sul fatto che dal momento in cui un individuo scopre un altro individuo simile a lui per bisogni, e quindi diventa consapevole del ruolo della propria realtà nel mondo, entra naturalmente a far parte di una "massa" e diventa "omologato"? E quindi che noi "diversi" ci comportiamo esattamente come gli "uguali", dipendendo dal giudizio degli altri, seguendo i modelli imposti, cercando la stessa identica felicità che semplicemente si traduce in meccanismi differenti? Perché sì, l'omologazione (se guardate il termine così com'è, non come vi è stato detto di guardarlo) non va solo in una direzione.

    Siamo d'accordo su questo?

    No. Si mette nella condizione di essere saltuariamente felice (solo la serenità è stabile) chi faccia la pace con i suoi bisogni di essere umano, quindi chi sia fisicamente in salute, abbia una vita affettiva appagante, si dedichi ad una professione/degli hobbies che gli consentano di esprimersi in quanto individuo e viva in un luogo che gli piace. Le "piccole cose" basilari sono queste. Non saremo mai d'accordo finchè non lo accetterai, perchè tu farai sempre della filosofia artistica funzionale al mantenimento di una tua visione del mondo priva di contatto con la realtà dell' essere umano, finchè ti rifiuterai di capire questa banalità.

    Un individuo che scopre un altro individuo simile a lui per bisogni (ma qui presumibilmente parliamo di quelli variabili a seconda della personalità individuale, che appartengono già ad un piano diverso, quindi) magari ha trovato un amico, non fa automaticamente parte di una massa omologata.

    L' omologazione nella massa si ha quando si perseguono scopi umanamente irrilevanti a seguito di un condizionamento proveniente dall' alto, come ad esempio nella rincorsa collettiva all' ultimo modello di Iphone.
     
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  14. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    No. Si mette nella condizione di essere saltuariamente felice (solo la serenità è stabile) chi faccia la pace con i suoi bisogni di essere umano, quindi chi sia fisicamente in salute, abbia una vita affettiva appagante, si dedichi ad una professione/degli hobbies che gli consentano di esprimersi in quanto individuo e viva in un luogo che gli piace. Le "piccole cose" basilari sono queste. Non saremo mai d'accordo finchè non lo accetterai, perchè tu farai sempre della filosofia artistica funzionale al mantenimento di una tua visione del mondo priva di contatto con la realtà dell' essere umano, finchè ti rifiuterai di capire questa banalità.

    Ma mi stai criticando per aver detto "piccole cose" o stai ascoltando quello che ti sto dicendo? Sono d'accordo su quello che dici, Franz, dai, ma non è quello di cui sto parlando ora. Non è due palle di cercare di convincerti che non sto facendo filosofia, quindi sto tentando di spiegarmi il meglio possibile partendo da alcuni concetti che io considero basilari, però se non mi vieni incontro e continui a non voler riporre un minimo di fiducia nelle mie capacità di raziocinio, a questo punto non rispondere.

    CITAZIONE
    L' omologazione nella massa si ha quando si perseguono scopi umanamente irrilevanti a seguito di un condizionamento proveniente dall' alto, come ad esempio nella rincorsa collettiva all' ultimo modello di Iphone.

    Ok questa è l'accezione sociale del termine "omologazione". Ora guarda la definizione pura:

    "convenzione"[1], si usa in vari campi per unificare tra loro oggetti precedentemente differenti o per garantire che un prodotto sia corrispondente ad un campione depositato quale modello o in generale a delle specifiche tecniche spesso definite all'interno di standard o normative.


    Non ti piace il termine? Non riesci a staccarlo dal valore che ne da la società? Dammene un altro, sono disponibilissima a cambiarlo.
     
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  15. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    secondo me il punto basilare per una vita serena è prima di tutto quella che Anepeta chiama comprensione critica.
    la comprensione critica viene spesso interpretata come pietà cristiana o come giustificazione ma non è nessuna delle due cose.
    essenzialmente significa approcciarsi al mondo senza negare quello che di brutto vi accade ma cercando di capirne le ragioni storiche (sia a livello individuale che sociale) e le motivazioni, senza annullarlo quindi nella rabbia cieca (che intossica per primi coloro che la provano, in particolar modo se sono introversi) e relegarlo nella categoria dell'inferiorità o della mostruosità.

    questa insomma sono convinta sia la premessa fondamentale.
    poi bisogna tenere conto dei due bisogni fondamentali dell'uomo: appartenenza e individuazione. certo, a parole è molto semplice, nei fatti molto meno :) : qual è il giusto equilibrio tra le parti?
    è utile secondo me ogni volta che si intraprende un'attività, qualunque essa sia, chiedersi: rispetta me stesso e la mia natura? certo, il discorso non è meno complicato, perchè come si fa a conoscere limpidamente sè stessi e la propria natura, soprattutto se teniamo presente che tutte le nostre azioni, dall'elaborare un sisitema filosofico, alllo scegliere cosa mangiare a cena, allo stare seduti e muovere un piede così tanto per, tutte le azioni, dicevo, alla coscienza arrivano qualche decimo di secondo dopo rispetto al momento in cui partono dall'inconscio?

    trovare la propria strada è molto difficile, costa un'enorme fatica ma quello che si ottiene è impagabile, secondo me.
    non è detto che essa debba seguire i gusti della maggioranza, in tal caso la sofferenza è comprensibile perchè in un certo qual modo si frustra uno dei bisogni umani fondamentali che è l'appartenenza.
    in generale, credo che eccedere sia nell'uno che nell'altro senso (appartenenza o individuazione) sia patogeno. dire sempre sì o sempre no alla lunga (e anche alla breve! :)) fa soffrire, bisogna fare un po' e un po'. Di preciso quanti sì e quanti no, quello credo sia diverso per ognuno :)

    Edited by houccisoilariadusieleièrisorta - 3/7/2012, 16:59
     
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64 replies since 1/7/2012, 09:25   779 views
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