Sentirsi esclusi dalla felicità altrui

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Franz86
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Odile83 @ 31/7/2012, 12:47) 
    CITAZIONE (houccisoilariadusieleièrisorta @ 30/7/2012, 15:10) 
    cioè, ci sono persone che effettivamente stanno con te finchè gli fa comodo e poi quando hai un problema (o loro non ne hanno più) ti danno un calcio nel culo. questo persone è meglio perderle che trovarle, credo.

    Quello che temo è che, più che essere persone così tout court, abbiano un concetto dell'amicizia talmente diverso dal mio che dal mio punto di vista gira che ti rigira hanno un atteggiamento che somiglia al "se non ho bisogno di te ti do un calcio in culo", anche se in realtà i loro intenti non sarebbero tali.

    Oppure, il che è probabile, sono solo masturbazioni mentali mie e che fra qualche tempo mi darò dell'imbecille da sola :D

    No, gira che ti rigira se si vuole avere a che fare con le persone bisogna accantonare un atteggiamento da "ricerca di assoluti" in favore di un modo di porsi più accomodante e con meno pretese: se le persone cercano un rapporto relativamente superficiale si cerca di adattarsi a quello ( se tu mi dai 2 io ti do 2 o 3, ma non 10 ), altrimenti è ovvio che ci si sta male dopo. Finchè non si riesce a fare questo si hanno problemi di relazione sociale causati da magagne interiori (la "sindrome dell' abbandono" c'entra, secondo me, ma è un qualcosa che va superato).
    Questo non significa forzarsi nel diventare "socialoni", ma diventare persone in grado di gestire molto meglio ed in modo più appagante per sè e per gli altri anche le relazioni davvero significative.

    E tutto ciò lo dico in primo luogo a me stesso, anche se io fino ad ora sono stato più che altro evitante. :D
     
    Top
    .
  2. davidedavidedavide.
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Franz86 @ 31/7/2012, 10:44) 
    CITAZIONE (davidedavidedavide. @ 31/7/2012, 10:30) 
    ...di conseguenza attiva un minimo di dipendenza atta a fargli manterenere un rapporto strumentale col mondo (un rapporto esclusivo, un social network, un forum ecc....)

    Non ho idea di cosa parli. :lol:
    CITAZIONE
    ... Al momento, dopo 6 anni di lavoro alla LIDI, non ho ancora conosciuto un introverso che abbia un modo autonomo, sano di rapportarsi al mondo, né autosufficiente, né dipendente ...

    Quindi o l'introversione è cosa cattiva in sè, oppure gli introversi lidi sono tipi poco raccomandabili. :D
    Il raduno sarà un buon test.

    Coda di paglia? :D
    Franzino, ma sai quanta ne è passata di gente pe sto forum con problemi di autosufficienza e quanta ne ho conosciuta alla LIDI? Purtroppo tanta. Finché non si è vecchietti, tutto si risolve.

    No, dal mio discorso non si deduceva che l'introversione fosse cattiva in sé a meno che non si volesse dedurre ciò.
    L'introversione è uno status buono in sé perché si stringono pochi legami ma sono significativi, profondi e in genere durano a vita.
    In genere gli introversi sviluppano però problemi che li fanno pendere o dalla parte dell'autosufficienza o dell dipendenza.
    Se il raduno lo vedi come un test per vedere quanto gli introversi sappiano rapportarsi bene con gli altri, consideralo fallito in partenza. ;)
    Può essere invece un luogo d'incontro tra diverse difficoltà, più o meno gravi, tra persone più o meno ammaccate, che, cercando si superare le difficoltà immediate, empatizzando e cercando di comprendersi a vicenda, possano iniziare a costruire qualcosa di bello e buono che migliori la loro vita e, in futuro, cerchi di evitare i problemi che noi abbiamo e abbiamo sviluppato, ai più giovani di noi: adolescenti e bambini.



    CITAZIONE (Odile83 @ 31/7/2012, 12:47) 
    CITAZIONE (davidedavidedavide. @ 31/7/2012, 10:30) 
    l'introverso, che è sempre sballotato in interazioni sociali negative, scuola, famiglia, sviluppa due modi d'interazione col mondo: l'autosufficienza, che gli fa credere di non aver bisogno di persone e di aver trovato nell'isolamento la soluzione e trovare continuamente scuse per non stringere legami (antipatia, "no, questo no, quest'altro manco", "questi mi odiano"), o il sentirsi male fisicamente prima di un appuntamento, così da non andarci, e di conseguenza attiva un minimo di dipendenza atta a fargli manterenere un rapporto strumentale col mondo (un rapporto esclusivo, un social network, un forum ecc....) o la dipendenza, che gli fa cercare continuamente rapporti umani, con una grande quota di disperazione (come chi cerchi una dose di droga) e spesso frustrazione e impotenza quando il bisogno di dipendenza non è sodisfatto, o il sentirsi male quando si sta da soli per avere aiuto, e attiva di conseguenza una minima dose di autosufficienza, che in genere si manifesta nel rompere ciclicamente dei rapporti, trovando ragioni più o meno plausibili.

    Temo che l'andazzo che rischio di prendere sia questo, e considerando che non vorrei mai fare agli altri quello che temo di più al mondo (cioè l'abbandono), spero proprio di non arrivare mai a sviluppare questo meccanismo.

    Vabbè, dai, non è una fatalità che tu sviluppi 'sto meccanismo e non è irreparabile, figurati che sono recuperabili anche le "schizofrenie", figurati una "nevrosi isterica". Potrebbe anche non essere il tuo caso. Dont' worry :)
    E come ho detto a Franzino, finché non si è vecchietti, tutto si risolve :)

    Edited by davidedavidedavide. - 31/7/2012, 14:11
     
    Top
    .
  3. tandream
     
    .

    User deleted


    Io neanche le cerco più le persone in questo periodo. Non so che farmene. Soprattutto non cerco più alcuni tipi di persone. Sono nel periodo dell'autosufficienza che però si alterna a momenti di crisi di astinenza e allora in effetti si sta poco bene. In linea di massima non so più cosa farmene degli altri visto che non si riesce mai a costruire un legame profondo, un semplice scambio. Come dire, mi sono razionalmente stufato del "genere umano" :D
    Ma non per questo mi nascondo o evito, anzi, se ho la possibilità di conoscere gente nuova cerco di farlo. E' l'unica cosa che mi ha sempre entusiasmato: conoscere le persone che non conosco.
    All'amicizia, che una volta c'era e c'era quando ero più giovane (adesso tutti cinici e iper-concentrati su se stessi, senza emozioni, non so che farmene, tutti che fingono di o aver trovato una donna delle meraviglie o di guadagnare milioni di euro non si sa come per poi scoprire che sono morti di fame e di seghe allo stesso tempo e che continuano a fingere solo per sentirsi vivi), preferisco continuare a pensare all'eventualità di conoscere un nuovo amore.
     
    Top
    .
  4. Franz86
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (davidedavidedavide. @ 31/7/2012, 14:03) 
    Coda di paglia? :D
    ...

    No, affatto, il messaggio era ironico, in realtà ritengo l' introversione non sia nè "cattiva" nè "buona", però il bene è costituito dall' equilibrio tra polarità introversa ed estroversa.
    Se
    CITAZIONE (davidedavidedavide. @ 31/7/2012, 14:03) 
    ...
    In genere gli introversi sviluppano però problemi che li fanno pendere o dalla parte dell'autosufficienza o dell dipendenza ...

    allora, sempre in genere, una marcata introversione è negativa ai fini del raggiungimento di un benessere interiore dell' individuo.
     
    Top
    .
  5. qualcosa91
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (davidedavidedavide. @ 31/7/2012, 10:30) 
    Gli introversi in genere hanno degli interessi particolari (arte, cultura, scienza ecc...) che gli rendono difficile trovare amicizie affini. Gli estroversi/estrovertiti hanno più facilità perché in genere hanno interessi standardizzati (calcio, shopping ecc...) che gli permettono di fare amicizia anche con lo sconosciuto del bar, magari decidere di andare allo stadio insieme e diventare bestfriends. Un introverso invece deve faticare per trovare amici, magari trovare delle associazioni, dei gruppi, dei partiti politici, che condividano i suoi interessi.

    In secondo luogo poi gli introversi hanno un idea profondissima di amicizia, che gli rende i "conoscenti" spesso noiosi. E ci vuole tempo prima che un introverso sviluppi un'amicizia (almeno 6 mesi di conoscenza).

    In terzo luogo l'introverso, che è sempre sballotato in interazioni sociali negative, scuola, famiglia, sviluppa due modi d'interazione col mondo: l'autosufficienza, che gli fa credere di non aver bisogno di persone e di aver trovato nell'isolamento la soluzione e trovare continuamente scuse per non stringere legami (antipatia, "no, questo no, quest'altro manco", "questi mi odiano"), o il sentirsi male fisicamente prima di un appuntamento, così da non andarci, e di conseguenza attiva un minimo di dipendenza atta a fargli manterenere un rapporto strumentale col mondo (un rapporto esclusivo, un social network, un forum ecc....) o la dipendenza, che gli fa cercare continuamente rapporti umani, con una grande quota di disperazione (come chi cerchi una dose di droga) e spesso frustrazione e impotenza quando il bisogno di dipendenza non è sodisfatto, o il sentirsi male quando si sta da soli per avere aiuto, e attiva di conseguenza una minima dose di autosufficienza, che in genere si manifesta nel rompere ciclicamente dei rapporti, trovando ragioni più o meno plausibili.
    Sia la dipendenza che l'autosufficienza affettiva sono risolvibili con una psicoterapia. Al momento, dopo 6 anni di lavoro alla LIDI, non ho ancora conosciuto un introverso che abbia un modo autonomo, sano di rapportarsi al mondo, né autosufficiente, né dipendente.

    Questo per dire, dato che si parla di amicizia, che, di natura l'introverso avrebbe difficoltà ad avere amicizie, ma che, in conseguenza dell'interazione sociale, sviluppa una vera "patologia" dell'amicizia, che crea non pochi problemi, anche di ordine psicosomatico.

    Come si fa a non sviluppare l'autosufficienza e come addirittura si fa a sviluppare la dipendenza? Io verso l'autosufficienza ci sto andando, non mi pare sia una scelta ma ci sto finendo trasportato. Non mi trovo bene con gli altri, è questo il punto. Mi sono leggermente stufato di sti rapporti accomodanti, senz'anima, senza nulla. Basta, odio dover indossare una maschera che mi pesa troppo. Sono un tantino stufo di dover sentire anche le ragioni degli altri, nella vita privata e nel lavoro. Vorrei solo rimanere solo e non avere bisogno di nessuno. Utopia o solo un disperato desiderio di poter stare un pò tranquillo finalmente? Dannazione, più ci provo a stare in questo contesto, più mi sembra di essere patetico. Che cosa si spera di ottenere? Cari, miei, poi ovvio che parlo del mio contesto. Ad ognuno il suo.
     
    Top
    .
  6. davidedavidedavide.
     
    .

    User deleted


    Caro Qualcosa,

    diventare autosufficienti può essere una scelta cosciente o meno, di sicuro avviene qualcosa a livello inconscio, una specie di click, e non si riesce più a comunicare con gli altri, o a dire anche una parola, nei casi più gravi le persone possono anche smettere di respirare (un paziente in manicomio è morto a forza di allenarsi a non respirare) o di mangiare (vedi "anoressia nervosa") o di parlare (vedi "catatonici"), ma ci sono tutte le gradazioni, e tutti i sintomi posibili, della scelta inconscia (a volte accompagnata da volontà cosciente) autosufficiente, ho conosciuto alcune persone alla LIDI con questo problema, la cosa che traspare è una certa anestesia emotiva più o meno marcata. E una capacità quasi ninja di resistere a tutte le privazioni, affettive, alimentari, ecc...

    La dipendenza può arrivare all'estremo della tossicodipendenza, della "depressione maggiore", ma può avere anche questa gradazioni più o meno forti, compulsioni d'abbuffata, chiedere continuamente aiuto per cose risolvibili autonomamente, insicurezza continua, e questa rende la persona, al contrario della gelidità dell'autosufficiente, fin troppo calda, al limite "isterica", "pazza". L'incapacità totale di vivere la propria vita senza qualcuno o qualcosa.

    Come dici tu l'introverso, in questo mondo sociale, così disumanizzato, individualista, competitivo e cattivo, difficilmente (anche perché non sa cosa sia l'introversione) riesce a non cadere in queste due trappole.

    Su nilalienum troverai molto sull'argomento, sicuramente in "Star Male di Testa" di L.Anepeta, c'è molto riguardo queste due faccie della stessa medaglia: l'incontro tra un'anima sensibile ed un mondo becero.

    CITAZIONE (Franz86 @ 31/7/2012, 15:23) 
    CITAZIONE (davidedavidedavide. @ 31/7/2012, 14:03) 
    Coda di paglia? :D
    ...

    No, affatto, il messaggio era ironico, in realtà ritengo l' introversione non sia nè "cattiva" nè "buona", però il bene è costituito dall' equilibrio tra polarità introversa ed estroversa.
    Se
    CITAZIONE (davidedavidedavide. @ 31/7/2012, 14:03) 
    ...
    In genere gli introversi sviluppano però problemi che li fanno pendere o dalla parte dell'autosufficienza o dell dipendenza ...

    allora, sempre in genere, una marcata introversione è negativa ai fini del raggiungimento di un benessere interiore dell' individuo.

    Anche il mio messaggio era ironico...

    Allora, mai l'introversione, marcata o meno che sia, è un problema, mai, mai, mai.
    In rapporto con un mondo sociale alienato/alienante può evolvere negativamente, non di per sé.
    Di per sé l'introversione, marcata o meno che sia, non è un modus nascendi (modo di nascere) negativo, di per sé, genotipicamente. In rapporto a condizioni sociali, ambientali, culturali sfavorevoli, può evolvere in una forma più o meno grave di disagio psichico, fenotipicamente.
    Persona, introversione, positivo.
    Ambiente, introvertimento/estrovertimento/disagio, negativo.

    Edited by davidedavidedavide. - 31/7/2012, 21:36
     
    Top
    .
  7. Odile83
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Franz86 @ 31/7/2012, 13:15) 
    No, gira che ti rigira se si vuole avere a che fare con le persone bisogna accantonare un atteggiamento da "ricerca di assoluti" in favore di un modo di porsi più accomodante e con meno pretese: se le persone cercano un rapporto relativamente superficiale si cerca di adattarsi a quello ( se tu mi dai 2 io ti do 2 o 3, ma non 10 ), altrimenti è ovvio che ci si sta male dopo.

    Non è il mio caso in questo caso.... :rolleyes:

    CITAZIONE (Franz86 @ 31/7/2012, 13:15) 
    Finchè non si riesce a fare questo si hanno problemi di relazione sociale causati da magagne interiori (la "sindrome dell' abbandono" c'entra, secondo me, ma è un qualcosa che va superato).
    Questo non significa forzarsi nel diventare "socialoni", ma diventare persone in grado di gestire molto meglio ed in modo più appagante per sè e per gli altri anche le relazioni davvero significative.

    Nel mio caso c'entra di sicuro perchè lo so :lol: ...comunque sì, già, cercherò di superarlo.
     
    Top
    .
  8. qualcosa91
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (davidedavidedavide. @ 31/7/2012, 21:09) 
    Caro Qualcosa,

    diventare autosufficienti può essere una scelta cosciente o meno, di sicuro avviene qualcosa a livello inconscio, una specie di click, e non si riesce più a comunicare con gli altri, o a dire anche una parola, nei casi più gravi le persone possono anche smettere di respirare (un paziente in manicomio è morto a forza di allenarsi a non respirare) o di mangiare (vedi "anoressia nervosa") o di parlare (vedi "catatonici"), ma ci sono tutte le gradazioni, e tutti i sintomi posibili, della scelta inconscia (a volte accompagnata da volontà cosciente) autosufficiente, ho conosciuto alcune persone alla LIDI con questo problema, la cosa che traspare è una certa anestesia emotiva più o meno marcata. E una capacità quasi ninja di resistere a tutte le privazioni, affettive, alimentari, ecc...

    La dipendenza può arrivare all'estremo della tossicodipendenza, della "depressione maggiore", ma può avere anche questa gradazioni più o meno forti, compulsioni d'abbuffata, chiedere continuamente aiuto per cose risolvibili autonomamente, insicurezza continua, e questa rende la persona, al contrario della gelidità dell'autosufficiente, fin troppo calda, al limite "isterica", "pazza". L'incapacità totale di vivere la propria vita senza qualcuno o qualcosa.

    Come dici tu l'introverso, in questo mondo sociale, così disumanizzato, individualista, competitivo e cattivo, difficilmente (anche perché non sa cosa sia l'introversione) riesce a non cadere in queste due trappole.

    Su nilalienum troverai molto sull'argomento, sicuramente in "Star Male di Testa" di L.Anepeta, c'è molto riguardo queste due faccie della stessa medaglia: l'incontro tra un'anima sensibile ed un mondo becero.

    CITAZIONE (Franz86 @ 31/7/2012, 15:23) 
    CITAZIONE (davidedavidedavide. @ 31/7/2012, 14:03) 
    Coda di paglia? :D
    ...

    No, affatto, il messaggio era ironico, in realtà ritengo l' introversione non sia nè "cattiva" nè "buona", però il bene è costituito dall' equilibrio tra polarità introversa ed estroversa.
    Se
    CITAZIONE (davidedavidedavide. @ 31/7/2012, 14:03) 
    ...
    In genere gli introversi sviluppano però problemi che li fanno pendere o dalla parte dell'autosufficienza o dell dipendenza ...

    allora, sempre in genere, una marcata introversione è negativa ai fini del raggiungimento di un benessere interiore dell' individuo.

    Anche il mio messaggio era ironico...

    Allora, mai l'introversione, marcata o meno che sia, è un problema, mai, mai, mai.
    In rapporto con un mondo sociale alienato/alienante può evolvere negativamente, non di per sé.
    Di per sé l'introversione, marcata o meno che sia, non è un modus nascendi (modo di nascere) negativo, di per sé, genotipicamente. In rapporto a condizioni sociali, ambientali, culturali sfavorevoli, può evolvere in una forma più o meno grave di disagio psichico, fenotipicamente.
    Persona, introversione, positivo.
    Ambiente, introvertimento/estrovertimento/disagio, negativo.

    Beh per quanto riguarda l'essere anestetizzati... Beh diciamo solo che la cosa mi riguarda. Difficilmente mi abbandono a delle emozioni.
    In certi contesti per l'introverso vivere questa malsana società, certi contesti malsani, può far scattare in lui qualcosa. Dipendentemente dalla consapevolezza di se e dall'ambiente in cui vive (intendo riferirmi all'ambiente generico, come il fattore cultura, religioni prevalenti, per finire nell'ambiente specifico, che riguarda in particolare la famiglia, se vogliamo fare un esempio utile), l'introverso è sì soggetto a disagio psichico e questo lo sappiamo, sfondo una porta aperta con te/voi se parlo di questo. Visto che, nel migliore dei casi, cioè in condizioni di sviluppo favorevoli, l'introverso non ha proprio vita facile, cosa può accadere in un contesto estroverso estrovertito? Beh, il risultato sono molti di quelli che chiamano pazzi patologici. Non a casa, come dici tu e Anepeta stesso, fondatore della Lidi, la Lidi appunto si propone tra i punti principali di evitare che gente, tra questa soprattutto i giovani (che al momento credo risentano maggiormente di questo contesto sporco), si ritrovi malata. E' un male che si può evitare.
    Finito di puntualizzare, mi chiedo: è giusto per l'introverso, dopo aver appurato di non poter vivere, se non al prezzo di pesanti ansie e chi più ne ha più ne metta, in un certo contesto, andare a cercare una strada migliore? Io sono quello ad esempio che ha i sensi di colpa; non riesco, nonostante io abbia le prove della mia incapacità d'adattamento, a distinguere i capricci dalle necessità. Nonostante tutto, mi colpevolizzo di non essere in grado di fare un qualcosa, come se mi ponessi al di sopra degli altri. Forse non mi convincerò mai di quello che mi serve e mi pungolerò inutilmente.
    Oggi sono uno di quelli autosufficienti. Sono anestetizzato, spero di non andare oltre a questo, no sarebbe per niente piacevole. Non che mi sia preso di paura con questo discorso, perchè sapevo già della mia personale condizione. Io credo che tutti noi dobbiamo fare qualcosa, capire cosa si può fare, dove ci si può adattare per vari fini e dove no. Non possiamo impazzire per stare così presenti nella società: l'utilità dell'adattamento in certi casi può essere superata dalla disutilità di incorrere in certi spiacevoli problemi.
    Scusate se per ogni post spendo una marea di parole :rolleyes:
     
    Top
    .
  9. Franz86
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (davidedavidedavide. @ 31/7/2012, 21:09) 
    Anche il mio messaggio era ironico...

    Allora, mai l'introversione, marcata o meno che sia, è un problema, mai, mai, mai.
    In rapporto con un mondo sociale alienato/alienante può evolvere negativamente, non di per sé.
    Di per sé l'introversione, marcata o meno che sia, non è un modus nascendi (modo di nascere) negativo, di per sé, genotipicamente. In rapporto a condizioni sociali, ambientali, culturali sfavorevoli, può evolvere in una forma più o meno grave di disagio psichico, fenotipicamente.
    Persona, introversione, positivo.
    Ambiente, introvertimento/estrovertimento/disagio, negativo.

    In effetti immaginavo che avresti controribattuto tirando fuori l' influenza ambientale: non risponderò perchè sto diventando molto conciliante, e poi non vorrei mai che arrivasse qualche amministratore/moderatore del forum a bannarci perchè andiamo sempre off-topic. :lol:

    No, in realtà sarebbe un discorso interessante ma ci sono un sacco di variabili, sostanzialmente l' uomo è animale sociale e un' impostazione caratteriale che limita la propensione al contatto può causare difficoltà di integrazione nel gruppo (ma anche no, dipende, per questo non mi ci metto in una discussione simile :D se poi parliamo della società attuale per come è impostata e per come pare evolversi allora tenderei ad essere piuttosto d'accordo con te): questa è la mia idea generalissima, vaghissima e incompleta. Certo, se però ci mettiamo a discutere ogni circostanza possibile su questa cosa non ne usciamo più ... :P
     
    Top
    .
  10. davidedavidedavide.
     
    .

    User deleted


    Sono io moderatore/amministratore, se dovessi bannare/warnare ogni OT o conflitto o acidità che cicrola su questo forum non ci sarebbe più il forum, non ti preoccupare. :D

    Quella che ho scritto è una sistesi estrema della teoria sull'introversione della LIDI. No, l'ambiente non influenza, uno può anche sostenerlo e pensarlo, anche se secondo me è assurdo. :D Però la LIDI e la sua teoria credono che l'influenza ambientale sia un fatto. Questo è il forum della LIDI, dovrebbe rappresentare la LIDI sul web, chi lo legge pensa che le cose che ci sono scritte rappresentino la LIDI, io sono un amministratore del forum, quando qualcuno scrive qualcosa che va palesemente contro la teoria della LIDI sul forum della LIDI intervengo a chiarire. :D
    Si può tornare tranquillamente IT perchè se uno ha un'idea contraria a uno che ha un'idea può continuare a parlare all'infinito, perderà solo tempo.
    Anche io ero molto concicliante, non lo sono più.
    :D
     
    Top
    .
  11. qualcosa91
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Franz86 @ 31/7/2012, 23:09) 
    No, in realtà sarebbe un discorso interessante ma ci sono un sacco di variabili ... se però ci mettiamo a discutere ogni circostanza possibile su questa cosa non ne usciamo più ... :P

    Sai che anch'io mi perdo nell'immensità delle variabili quando mi fermo a pensare a certe cose? Sono infinite se associate a dei numeri:
    in matematica, in mezzo a due numeri dati, ci stanno in mezzo infiniti numeri. Agli estremi di questi due mettici rispettivamente due variabili, che sono gli estremi dei casi possibili appunto, in mezzo le possibili altre variabili, tanto numerose quanto i numeri tra un numero e l'altro, quindi infinite (sempre per via della regola dei numeri infiniti tra lo scarto di due numeri che ho riportato sopra). Se contiamo i due casi estremi e aggiungiamo l'infinità di variabili che ci stanno in mezzo, ne esce fuori che un discorso del genere lo si può discutere solo in grandi linee. Ci sono si tantissime variabili, ma non tra due "numeri", ovvero tra due estremi, ma tra più estremi. Non sono estremi ben definiti. Il discorso è troppo complicato. Mi esce il fumo dalle orecchie :wacko: a parte lo scherzo, ad ogni persona la sua storia, è questo il vero punto. Due persone nello stesso ambiente, seppure entrambe siano introverse e molto simili, possono anche avere due vite molto differenti. Quando si parla di certe persone, se ne parla in gruppi, come categoria, in grosse linee. Gli introversi non sono tutti uguali, ma è vero che soffrono un po per gli stessi motivi. Non saremo d'accordo nel parlare di casi particolari, ma saremo d'accordo nel dire, sempre in grosse linee, cosa li turba tanto da mandargli il cervello in pappa. Alcune di queste cose le ha descritte abbastanza bene davide nel suo messaggio.
     
    Top
    .
  12. houccisoilariadusieleièrisorta
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Franz86 @ 31/7/2012, 15:23) 
    però il bene è costituito dall' equilibrio tra polarità introversa ed estroversa.

    oddio, no!! va benissimo sia essere estroversissimi che introversissimi, sono entrambe condizioni in sè buone.

    spesso le persone si fanno quest'idea - che sia meglio essere metà e metà tra i due poli - perchè danno per scontato dentro di loro che l'introversione è sbagliata, perciò se si è tanto introversi si è sbagliati, questo deriva sempre dal non riconoscere precisamente che cosa l'introversione sia (e non sia) e dalla confusione tra elevata introversione con introvertimento, che sono due cose profondamente diverse.

    è una cosa molto importante la distinzione tra introversione ed introvertimento, anche una persona estroversa può introvertirsi, ma una persona estremamente introversa non è affatto detto che sia introvertita!
    l'introvertimento è un po' come l'estrovertimento, ma al contrario.
    immagino che tutti ormai abbiano capito la differenza tra estroversione ed estrovertimento e che tutti intuiscano che una persona molto estroversa non significa che sia estrovertita, la stessa differenza c'è tra introversione ed introvertimento.

    e, detto per inciso, non è un caso che questi fraintendimenti non accadano per quanto riguarda la comprensione dello spettro estroverso...

    CITAZIONE
    allora, sempre in genere, una marcata introversione è negativa ai fini del raggiungimento di un benessere interiore dell' individuo.

    oddio, no!! #2 :D

    non è l'introversione ad essere responsabile di un parziale o mancato raggiungimento del benessere interiore, ma è la cultura contemporanea anti-introversa ed estrovertente!
    purtroppo, se delle stesse persone introverse si adagiano su una tale cultura e continuano a voler pensare che l'introversione sia un fatto negativo, dubito davvero che quelle persone possano raggiungere il benessere interiore...
     
    Top
    .
  13. Diogene W
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    A voi capita mai che la felicità dei vostri amici, o comunque delle persone con cui siete in contatto/con cui avete un legame , vi faccia sentire esclusi dal loro mondo? (oltre a mettervi di malumore perchè la vostra vita non è rosea, ma questo è un effetto comune XD)
    Come se loro, andando avanti positivamente con la loro vita, dimenticassero per la strada il rapporto con voi...a prescindere che tale "dimenticanza" sia vera o meno (ma spesso lo è :( )

    Personalmente, la vicinanza con la loro felicità (che si scontra con 1) la mia invidia materialistica nei loro confronti 2) la mia idea di benessere introversa, che presuppone un costante conflitto) mi pesa decisamente molto di più del fatto che si siano dimenticati di me. Perché non è piacevole stare vicino a gente "felice" no2
     
    Top
    .
  14. Il Marchese
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Odile83 @ 30/7/2012, 11:27) 
    A voi capita mai che la felicità dei vostri amici, o comunque delle persone con cui siete in contatto/con cui avete un legame , vi faccia sentire esclusi dal loro mondo? (oltre a mettervi di malumore perchè la vostra vita non è rosea, ma questo è un effetto comune XD)
    Come se loro, andando avanti positivamente con la loro vita, dimenticassero per la strada il rapporto con voi...a prescindere che tale "dimenticanza" sia vera o meno (ma spesso lo è :( )

    A volte mi capita, ma la mia reazione di solito è improntata al malumore.
     
    Top
    .
43 replies since 30/7/2012, 11:27   982 views
  Share  
.
Top