Ambientarsi in un posto

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    Ho viaggiato per lavoro e per studio e ho preso più volte un appartamento lontano dalla mia casa di residenza.

    La gente vedendomi così magro e indifeso, mi ha spesso fatto questa domanda: "Ti stai ambientando?"

    Non ho mai saputo rispondere sinceramente, perché io non ho il concetto di ambientamento.
    Io non voglio ambientarmi, sarebbe come perdere il piacere di una vacanza.

    Qual è il vostro rapporto con l'ambientamento?
     
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  2. alexey86
     
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    Io non ho problemi a trovare nuove quotidianità e cose così ma diventa un problema se non avessi attimi di solitudine per dire o dover stare sempre a contatto con le persone...
     
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  3. Nicola.
     
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    essendo che mi sono sempre sentito un po' "diverso" il mio ambientamento consiste nell'accettare le cose così come sono, adeguarmi dove posso/voglio e distaccarmi dal resto. in quest'ottica uno fa l'abitudine a tollerare certe cose.

    quando cambi ambiente, cambiano le cose da tollerare, ma la prospettiva non mi cambia, devo solo farci pratica
     
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  4. tandream
     
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    Io ho sempre fatto molta fatica ad adattarmi a nuovi posti, soprattutto in passato. Direi però che "ambientarsi" è la prima cosa fare. In qualche modo è una forma di auto-difesa. Se non conosci bene le persone e il posto che ti circonda ed eviti di farlo credo che potrebbe dare qualche problema a lungo andare.
    Ambientarsi non vuol dire poi dover essere uguali agli altri se è questo che si teme.
     
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    CITAZIONE (Nicola. @ 23/11/2012, 19:27) 
    essendo che mi sono sempre sentito un po' "diverso" il mio ambientamento consiste nell'accettare le cose così come sono, adeguarmi dove posso/voglio e distaccarmi dal resto. in quest'ottica uno fa l'abitudine a tollerare certe cose.

    quando cambi ambiente, cambiano le cose da tollerare, ma la prospettiva non mi cambia, devo solo farci pratica

    L'hai intesa come un ambientamento sociale, io intendevo ad un nuovo luogo in cui vivere.

    Io cioè non avverto proprio il disagio del non ambientamento, anzi, mi piace perdermi nella mia nuova città e non impararla mai.

    CITAZIONE (alexey86 @ 23/11/2012, 17:23) 
    Io non ho problemi a trovare nuove quotidianità e cose così ma diventa un problema se non avessi attimi di solitudine per dire o dover stare sempre a contatto con le persone...

    Quello anch'io, ci mancherebbe.
     
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  6. Nicola.
     
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    CITAZIONE (Warlordmaniac @ 24/11/2012, 12:05) 
    Io cioè non avverto proprio il disagio del non ambientamento, anzi, mi piace perdermi nella mia nuova città e non impararla mai.

    si quello piace anche a me, non trovo nel cambiare città un problema anzi, mi elettrizza
     
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  7. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    CITAZIONE (Nicola. @ 24/11/2012, 12:10) 
    CITAZIONE (Warlordmaniac @ 24/11/2012, 12:05) 
    Io cioè non avverto proprio il disagio del non ambientamento, anzi, mi piace perdermi nella mia nuova città e non impararla mai.

    si quello piace anche a me, non trovo nel cambiare città un problema anzi, mi elettrizza

    ma se sei una delle persone più pigre del mondo!!! :D

    ---

    mi ricordo quando mi sono trasferita a roma mi sentivo un po' come babe maialino coraggioso va in città, perchè non ho mai viaggiato (nè in piccolo, nè in grande) e perchè provengo da una città medio-piccola.

    in quel periodo, poi, non stavo benissimo (parlo di 5 anni fa) e il trasferimento mi avevadato molta ansia. ci ho messo un po' per ambientarmi, inizialmente non capivo un tubo nemmeno delle strade, non mi ricordavo nemmeno la strada per tornare a casa :D avevo imparato un percorso e usavo sempre quello perchè con un niente perdevo l'orientamento e ciaoooo hahah

    mi ci sono voluti tre traslochi in 6 mesi per ambientarmi :D poi mi sono stabilita in una catapecchia adiancente a un campo nomadi, in un appartamento al quarto piano di un palazzo molto poco signorile dalla cui finestra, la domenica mattina, vedevo gli zingari sputarsi sulle mani per lanciarsi il malocchio.

    la mattina uscivo e salutando, quando capitava, i ratti che sbucavano dai tombini della piazza, prendevo l'autobus (che per fortuna faceva capolinea lì vicino) e affrontavo la città nella quale ormai non correvo più il rischio di perdermi (anche se i nomi delle vie non li ho imparati mai, questo ve lo devo dire).

    a roma ci sono rimasta circa tre anni e mezzo stabilmente, dopo un periodo in cui non avevo fissa dimora - perchè abitavo in parte a roma, a casa del mio ragazzo del tempo, e in parte a brescia, ma tutte le mie cose erano chiuse in una valigia (non ho molte cose e in questi casi è una fortuna :D) che mi portavo sempre appresso, senza disfarla mai - ho dovuto tornare dai miei genitori.

    dopo un periodo in cui si ha abitato da soli, tornare con i genitori è senz'altro l'ambientamento più arduo.
    tra una cosa e l'altra, ho retto anche quello.

    ultimamente ho traslocato altre due volte, nel primo posto sono restata una settimana, perchè era troppo sperduto (avete presente quei film dove il protagonista peregrina in mezzo al deserto messicano, finchè non trova un paese di 3 abitanti che consiste in un supermercatino in mezzo alla sabbia, con tre baracche intorno, dove entra e dentro c'è un commesso sudato con i baffi e la riga in parte che lo fissa in quanto forestiero - anzi, dato che siamo a brescia, forestér? ecco) e io non so guidare (e anche se fossi capace, non ho la macchina) e non potevo nemmeno andare in bici perchè la suddetta casa stava sulla statale e m'avrebbero arrotato sicuro.

    così, proprio nel momento in cui stavo cominciando ad abituarmici, me ne sono andata, per trovarmi in una situazione per certi versi peggiore, di cui non voglio parlare per paura di ripercussioni (hahah). dico solo che devo vivere con molti altri estranei.
    non mi sono ancora ambientata in quest'ultima casa... penso che cambierò di nuovo, fra un pochetto. il problema è che a brescia l'inverno è pesante e non posso nemmeno stare nella loggia dove stendiamo i panni, con il sacco a pelo (aaaah quello sarebbe davvero l'ideale).


    perciò ripensandoci credo di aver sviluppato una discreta abilità nell'ambientamento, cosa di cui sono felice perchè è tutta la vita che vivo da strana e straniera, perciò almeno con i luoghi fisici sono contenta di essere capace di riconciliarmici.
     
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  8. alexey86
     
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    ma seconod me il luogo fisico non è un problema... la difficoltà sono sempre rappresentate dalle persone che trovi: puoi vivere anche alle bahamas circondato dalla natura ma se gli autoctoni sono delle teste di cazzo diventa un inferno
     
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  9. Franz86
     
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    Allora, visto che sta per arrivare il 5o anniversario di residenza quasi fissa in un luogo (in realtà c'è stato un periodo di circa 4 mesi trascorso altrove, ma i trasferimenti brevi non li conteggerò) potrei quasi festeggiare.

    Nei 21 anni precedenti ho cambiato casa, secondo un elenco che ho appena stilato (e in cui spero di non aver dimenticato nulla) 13 volte, anche se in realtà la maggior parte di questi spostamenti rientrano nel raggio di una cinquantina di km in linea d' aria. Erano comunque sempre posti un po', come dire, isolati, quindi principalmente mi dovevo abituare all' habitat diciamo, perchè passavo dalla boscaglia di robinie e rovi alla foresta di faggio e abete rosso: date le consolidate abitudini familiari parlare di ambientamento sociale invece è sostanzialmente inutile. La sensazione di nomadismo poi era totale, dato che la ricerca di nuovi luoghi in cui insediarsi e, secondariamente, l' effettivo cambio di residenza era lo sport familiare preferito, quindi anche quando stavo in un posto da qualche mese già sapevo che non ci sarei rimasto ancora a lungo.

    Sì, però effettivamente come occasione sociale però c'era la scuola, e in quest' ambito sarei riuscito a frequentare solo le elementari in unico luogo, se non fosse che in terza hanno cominciato i lavori di ristrutturazione e ci hanno trasferiti tutti in un altro stabile ad una dozzina di km di distanza, un ex monastero in mezzo ai boschi, posto veramente bello (durante le lezioni dalle finestre vedevamo gli scoiattoli saltare da un abete all' altro).

    Non so, io probabilmente problemi di ambientamento non ne ho in primo luogo perchè nessuno si è mai preoccupato potessi averne, dato che anche i miei venivano da una vita alquanto "raminga", e poi perchè ormai mi sono "un pochino" abituato. Prevedo di cambiare ancora, dato che il luogo dove vivo attualmente ormai mi avvilisce, ma l' ambientamento lo trovo un non-problema.
     
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  10. Nicola.
     
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    CITAZIONE (houccisoilariadusieleièrisorta @ 25/11/2012, 11:14) 
    ma se sei una delle persone più pigre del mondo!!! :D

    ma si sono pigro, per organizzare cose, fare viaggi, etc.etc. ma se dovessi trasferirmi per ragioni disparate, non mi preoccuperei di abituarmi alla città. anzi, mi piacerebbe continuare ad esplorarla.

    sul lato umano al massimo potrei risentire della diversa cultura, specialmente se dovessi sentirmi particolarmente estraneo, ma questo è un altro discorso

    sono stato per una specie di lavoro un mese emezzo a londra e mi divertivo a girarla da solo; l'unico problema era stringere amicizia
     
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  11. Miyamoto-
     
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    Effettivamente il problema dell'adattamento all'ambiente fisico non ce l'ho, e anzi, trovandomi in un posto nuovo che non conosco, sto anche bene, se l'ambiente di per se non è pericoloso. Quindi, non mi troverei bene a camminare per una strada di una zona degradata in tarda notte, ma questo è un'altro discorso (cioè vivere in un posto che non ispira molta sicurezza). Mi è venuto in mente perché qualche sera fa tornando dal cinema ho visto una ragazza che improvvisamente si è messa a correre per la strada, perché evidentemente aveva paura, immediatamente mi ha un po' contagiato :D. In realtà, non credo ci fossero pericoli reali, essendo una zona molto trafficata, però stare li a pensarci a lungo ti può condizionare.

    L'adattamento ai posti vecchi, invece è più problematico. Perché dopo del tempo inizio a sentirmi oppresso e voglio andarmene. Nella regione in cui abito e in particolare nelle città in cui sono stato, si vedono quasi sempre le montagne su tre lati e spesso sembra proprio che delimitino completamente la zona. In passato mi dava l'impressione di una prigione, ora non più, anche se rimangono comunque leggermente inquietanti.


     
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  12. Franz86
     
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    CITAZIONE (Miyamoto- @ 25/11/2012, 14:32) 
    ...
    Mi è venuto in mente perché qualche sera fa tornando dal cinema ho visto una ragazza che improvvisamente si è messa a correre per la strada, perché evidentemente aveva paura, immediatamente mi ha un po' contagiato :D. In realtà, non credo ci fossero pericoli reali, essendo una zona molto trafficata, però stare li a pensarci a lungo ti può condizionare.
    ...

    Da quanto la seguivi? :P
     
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  13. Yorick75
     
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    Ma l' ambientamento è una solo una questione pratica ? Case, bagagli, traslochi, etc. Cosa significa ambientarsi ? Adattamento all' ambiente. Prenderne la forma, armonizzarsi a quell' ambiente. Ambiente che non è solo uno spazio fisico, ma anche umano. Mentale. Questo è interessante.

    Io non mi ambiento mai. Io sono il mio ambiente. Non ne vado (più) fiero.
     
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  14. tandream
     
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    CITAZIONE (Yorick75 @ 25/11/2012, 23:57) 
    Ma l' ambientamento è una solo una questione pratica ? Case, bagagli, traslochi, etc. Cosa significa ambientarsi ? Adattamento all' ambiente. Prenderne la forma, armonizzarsi a quell' ambiente. Ambiente che non è solo uno spazio fisico, ma anche umano. Mentale. Questo è interessante.

    Io non mi ambiento mai. Io sono il mio ambiente. Non ne vado (più) fiero.

    No, tu non sei il tuo ambiente, tu sei il tuo corpo. L'ambiente in cui si vive è importante che anch'esso sia adatto a noi perché talune volte l'ambiente può essere talmente degradante da portarci ad avere dei disturbi come la depressione, solitamente, non accade il contrario. Persino gli elementi architettonici del posto dove viviamo influenzano tantissimo la nostra psiche, anche il fatto che ci siano discese, salite, strade dritte o troppo tortuose, la possibilità di spostarsi più o meno facilmente per stabilire "comunicazione" vera etc. etc. contribuisce a plasmare il nostro ambiente "interiore".

    Io vivo un ambiente che non può non rendere depressi e per adattarsi occorre sofferenza. Qui 3/4 della popolazione soffre di un qualche disturbo.

    Tecnicamente l'adattamento è questione sia pratica che psicologica, forse in alcuni casi prima psicologica.
     
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  15. Yorick75
     
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    CITAZIONE (tandream @ 26/11/2012, 09:49) 
    No, tu non sei il tuo ambiente, tu sei il tuo corpo. L'ambiente in cui si vive è importante che anch'esso sia adatto a noi perché talune volte l'ambiente può essere talmente degradante da portarci ad avere dei disturbi come la depressione, solitamente, non accade il contrario. Persino gli elementi architettonici del posto dove viviamo influenzano tantissimo la nostra psiche, anche il fatto che ci siano discese, salite, strade dritte o troppo tortuose, la possibilità di spostarsi più o meno facilmente per stabilire "comunicazione" vera etc. etc. contribuisce a plasmare il nostro ambiente "interiore".

    Io vivo un ambiente che non può non rendere depressi e per adattarsi occorre sofferenza. Qui 3/4 della popolazione soffre di un qualche disturbo.

    Tecnicamente l'adattamento è questione sia pratica che psicologica, forse in alcuni casi prima psicologica.

    Facciamo così : il mio corpo è il mio ambiente e chiudiamo il sillogismo :) Che io sia a New York o a Islamabad, poco cambia. Tecnicamente mi adatto, proprio perché chiudendomi nel mio IO, in me stesso, riduco al minimo l’ impatto dell’ ambiente esterno. Non so però quanto questa modalità sia corretta.Cerco di capire se è un limite, e se si può oltrepassare.

    Al contrario tuo, il mio ambiente esterno è bello, è invidiato. C’ è chi sospira quando dico dove abito. Eppure non mi sento mai ambientato anche se ci campo da quando sono nato. C’ è sempre un sottile disagio quando cammino per strada, disagio che non avverto in altre città.
     
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16 replies since 23/11/2012, 14:53   587 views
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