Definizione di introversione

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  1. Heronblue
     
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    Stavo riflettendo da diversi mesi a questa parte di quali caratteristiche effettive facciano una persona introversa o estroversa.
    La definizione più gettonata è: "gli estroversi ricaricano le pile dall'esterno, gli introversi dall'interno" ma è sempre così?
    L'introversione è relegata semplicemente alla quantità di vita sociale di un individuo?
    Questo tipo di differenziazione ha contribuito a creare svariati stereotipi sui due tipi, per cui se uno è estroverso magari non si rivede nella definizione "comune" e se è introverso la stessa cosa, anzi, penso che di introversi ce ne siano molti di più di quanto non si voglia far credere.

    Nell'immaginario collettivo l'introverso è quello che alle feste sta in disparte senza parlare con nessuno, o ancora, quello che preferisce leggere un libro invece che parlare con gli altri. Come se tutti gli introversi necessariamente sentissero il bisogno di acculturarsi in qualche modo, o peggio, che non sia un bisogno comune anche negli estroversi.

    Nel mio pensiero una singola persona è formata da diverse caratteristiche fondamentali sia introverse che estroverse, differenti di persona in persona.
    Un esempio: ad una festa prendiamo un "socially awkward man" qualsiasi, e viene detto tra i presenti come introverso, questi probabilmente potrebbero fantasticare sul fatto che probabilmente è uno a cui non piace vedere il mondo, non gli piace avere a che fare con la realtà e che preferisce fantasticare e stare con il naso sui libri, magari è effettivamente di poche parole con i suoi stessi amici.
    Ma quest'uomo, in realtà, è decisamente attivo. Se non sta a parlare con gli altri magari è uno a cui piace l'attività fisica, muoversi, correre, vedere paesaggi nuovi, viaggiare, magari passa la maggior parte del suo tempo in qualche attività fisica. Probabilmente non gli piace neppure leggere, vuole sempre stare a contatto con il mondo esterno.
    Questo lo rende un estroverso o un introverso?
    Perché socialmente e sentimentalmente quest'individuo sarebbe senz'altro introverso, ma il suo modo di relazionarsi con il resto del mondo lo rende decisamente un estroverso, dato che ha sempre intenzione di stare a contatto con l'esterno.

    L'esempio dell'uomo introverso lo potrei portare anche ad un uomo apparentemente estroverso, chi l'ha detto che se è estroverso è incauto o comunque "sull'onda" di ciò che gli accade attorno? Pur avendo a che fare costantemente con le altre persone, e piacergli pure, potrebbe non essere così interessato ad interagire con tutto quello che concerne il mondo esterno, ed essere un appassionato di origami, o magari uno studioso di informatica discretamente intelligente.

    Quindi, cosa rende una persona introversa o estroversa? Il suo modo di relazionarsi con gli altri o il suo modo di relazionarsi con il mondo in modo più generico?

    Io, ad esempio, mi definisco introverso, principalmente perché ho bisogno di riflettere costantemente sul mondo esterno, e perché sono una persona molto privata (non timida) che non trova eccitante la prospettiva di relazionarsi costantemente con nuove persone, ma allo stesso tempo l'inattività mi annoia, e non sono esattamente un Bookworm, almeno per i romanzi, anche se questo deriva dalla mia selettività, se non riesco a farmeli piacere dall'inizio non riesco neppure a finirli, insomma ho bisogno di stimoli costanti per definirmi "divertito" o "in pace", questo mi rende introverso o estroverso?

    Ritorniamo per l'ennesima volta alla domanda: "qual'è la definizione esatta di estroverso e introverso?"
    è una questione di relazione sociale o riguarda TUTTO il mondo esterno? Perché nel secondo caso, il cerchio si allarga e si restringe allo stesso tempo, per i motivi detti in precedenza.

    Io per esperienza personale, posso affermare che una persona, cosidetta "estroversa", non sia una persona necessariamente attiva. Quante volte è capitato di conscere delle persone con una vita sociale palesemente ampia, a cui tuttavia non piaceva agire in nessun modo? Magari stando nelle scale degli edifici storici insieme al suo gruppo di amici, senza fare alcunché.

    O magari il tipo che non parla mai con nessuno, ma che quando esce con il suo gruppetto di amici si arrabbia quando questi si stazionano in qualche bar e spinge per "andare a fare qualcosa che tenga occupati" ?

    E, se volessi dare una mia personale definizione, penso che sia una questione di priorità, dai la priorità a stare da solo a fare "X" rispetto che avere a che fare con qualcosa di esterno alla tua sfera privata e fare "Y". E il contrario ovviamente.
     
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  2. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    secondo me la differenza si vede nel modo in cui la persona vive le cose, nel modo in cui interpreta la realtà.

    ad esempio, il mio ex ragazzo era uno che una persona che non sa niente di introversione non avrebbe detto fosse introverso, perchè dello stereotipo dell'introverso non aveva niente. eppure è una delle persone più introverse che abbia mai conosciuto!

    ma bastava parlarci per un'ora per accorgersene...

    quando si dice: gli introversi privilegiano il rapporto con sè stessi e gli estroversi col mondo esterno, non è necessariamente da intendersi in senso letterale. sono convinta che il significato sia più ampio e che si ricolleghi a quello che ti dicevo all'inizio, cioè all'emozionalità, che negli introversi è più ricca.
    questo non vuol dire ovviamente che gli estroversi siano insensibili, semplicemente che gli introversi lo sono di più.

    (io ti parlo di introversione risolta eh... non di tutti quei casi di introversi anestetizzati, claustrofobici, ecc.)
     
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1 replies since 10/4/2013, 08:32   158 views
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