Libertà fondamentale

Negata anche in Svizzera

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  1. IntroDuca
     
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    Sono sempre stato malinconico.
    Forse ha ragione il dottor Anepeta, quando sostiene che i problemi degli introversi iniziano con la socializzazione forzata, a partire dall'asilo.
    In ogni caso credo che l'introversione favorisca la malinconia, sia per l'emotività che per il pensiero continuo: è facile cadere preda delle emozioni negative e pensare troppo non fa bene perchè si individuano gli aspetti negativi delle cose, che un pensiero superficiale non prenderebbe in considerazione.
    La mia malinconia persiste fino all'adolescenza. Proprio quando sembravo diventare più ottimista inizio a perdere i capelli. Per me è un trauma che trasforma progressivamente l'introversione in introvertimento e la malinconia in depressione, e che fa sorgere immediatamente pensieri suicidi. Resisto 5 anni, poi la depressione mi viene diagnosticata ed inizio una terapia. Dopo un anno e mezzo la depressione si aggrava, mando a quel paese lo psichiatra, il desiderio di suicidarmi si rafforza ed inizio a studiare come farlo.
    Negli ultimi 6 anni mi ha seguito un altro psichiatra. In questi anni mi sono laureato brillantemente e avrei dovuto preparare un concorso (dovendo peraltro studiare solo quello che mi piace) ma mi sono bloccato. Ho impiegato 4 anni per capire che il blocco è dovuto alla mancanza di motivazioni: non provo piacere a fare niente, per quale motivo dovrei lavorare?
    Decido così di scrivere alla Dignitas, associazione svizzera che si occupa di suicidio assistito, per diventarne socio, e loro, nel darmi le indicazioni, precisano che non possono aiutare chi ha "problemi psicologici o malattie psichiatriche". Scopro che non possono più farlo in quanto gli psichiatri si rifiutano di prescrivere il farmaco letale all'associato.

    E qui giungiamo alla questione evidenziata nel titolo.
    In Italia oltre all'omicidio del consenziente è punito anche l'aiuto al suicidio. Solo di recente si è iniziato a far rispettare la libertà di autodeterminazione in ordine alle cure alle quali sottoporsi, libertà protetta da una norma costituzionale dalla quale si desume quel dovere per il medico di rispettare la volontà del paziente che giustifica l'omissione di cura. Pensare alla depenalizzazione dell'aiuto al suicidio è utopia. In Svizzera l'aiuto al suicidio è punito solo se prestato per motivi egoistici. Ecco perchè esistono associazioni senza scopo di lucro che svolgono tale attività. Ma l'associato deve sostenere un colloquio con un medico locale che prescriverà il farmaco solo se ciò è compatibile con il codice deontologico. Quindi, sebbene il medico non rischi il carcere, rischia però di perdere il lavoro.
    Così anche in Svizzera la possibilità di suicidarsi in modo sicuro e indolore è negata a chi soffre di mali non fisici. Considerando che qualsiasi altro metodo di suicidio è insicuro o doloroso e che quindi vi farà ricorso solo chi, per il dolore o per la disperazione, ha perso la lucidità, si ha la conseguenza paradossale che il suicidio resterà per i fisicamente sani un atto compiuto in condizioni di incapacità di intendere e di volere e che proprio chi tale capacità conserva non riuscirà a suicidarsi, anche se vorrebbe.
    In questo modo si ostacola l'esercizio della libertà che precede tutte le altre: quella di scegliere se vivere o morire. Infatti prima scelgo se vivere e dopo scelgo come vivere (manifestando o meno un pensiero, partecipando o meno ad una manifestazione, etc). La libertà è riconosciuta sulla carta ma, per i motivi sopra illustrati, non è effettiva.
    In Italia è lo Stato che di fatto impone a una persona lucida di vivere. Credo però che la decisione sia dovuta all'influsso dei preti, ministri di una religione fondata sulla sofferenza e quindi bisognosi della sofferenza altrui per giustificare la propria esistenza. In Svizzera sono gli psichiatri ad aver ereditato tale potere. Anche in questo caso però il conflitto di interessi è evidente: anche gli psichiatri vivono dei mali dei pazienti e ne perderebbero tanti se questi iniziassero a suicidarsi in massa.
    Come funzionerebbe in un paese liberale? La persona manifesterebbe la volontà suicidaria ad un notaio che la metterebbe per iscritto. Dopo un periodo di tempo adeguato la persona tornerebbe dal notaio per confermare la sua intenzione. Fatto ciò, entrambi si recherebbero dal farmacista per prelevare il farmaco, compilando un certificato che attesti il rilascio ed immediatamente dopo la persona farebbe uso del farmaco, con il notaio a filmare il suicidio. Infine il notaio consegnerebbe la documentazione alla Procura per i dovuti accertamenti e poi la conserverebbe nel suo archivio. Praticamente come avviene in Svizzera ma senza l'intrusione di un medico.
    Dignitas in passato ha aiutato un atleta rimasto paralizzato e una moglie che non voleva sopravvivere al marito, si batte per poter aiutare gli anziani stanchi della vita e chi ha "problemi psicologici o malattie mentali". Ma tale libertà spetterebbe ad ogni persona che soffre la vita. Chiunque deve aver il diritto di porre fine alla sua vita in modo sicuro e indolore, cioè con dignità, da cui il nome dell'associazione ed il suo motto: "vivere degnamente, morire degnamente".
     
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  2. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    Conosco sia il suicidio che Dignitas, penso di poterti capire.

    Mi trovo d'accordo con te riguardo al suicidio assistito, ma spero che non accada mai che venga permesso nei casi di problemi psicologici o psichiatrici (che poi sempre questioni psicodinamiche sono, e dunque, psicologiche).

    Questo perchè i problemi psicologici sono reversibili e soprattutto è possibile prevenirli, e se davvero ci fosse l'eventualità che tu auspichi, temo che si darebbe spazio a monovre di simil-eugenetica da parte della psichiatria ufficiale.

    Infatti secondo la psichiatria ufficiale ogni disturbo psichico deriva da uno squilibrio biochimico del cervello e da predisposizioni genetiche ed è considerato incurabile, al massimo contenibile. Questo significa che ogni paziente secondo loro è destinato a cronicizzare.
    Il problema è che questo presupposti non sono scientifici (non lo dico io, non ci sono proprio prove scientifiche) e fra l'altro sono smentiti anche dai fatti.

    Dunque per quanto io rispetti profondamente l'autodeterminazione dell'individuo, anche quella di porre fine alla sua vita, una situazione del genere porterebbe secondo me al suicidio insensato di molte persone, perchè considerate - senza ragione - croniche e convinte di essere tali.
    Piuttosto che il suicidio assistito, io auspicherei per queste persone la consapevolezza che una vita diversa è possibile e i mezzi per realizzarla.
     
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  3. IntroDuca
     
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    CITAZIONE
    Questo perchè i problemi psicologici sono reversibili e soprattutto è possibile prevenirli, e se davvero ci fosse l'eventualità che tu auspichi, temo che si darebbe spazio a monovre di simil-eugenetica da parte della psichiatria ufficiale.

    CITAZIONE
    una situazione del genere porterebbe secondo me al suicidio insensato di molte persone, perchè considerate - senza ragione - croniche e convinte di essere tali.

    Sono in cura da 8 anni ma la progressione depressiva è iniziata da 13. Penso che sia abbastanza per dire che il malessere è irreversibile, anche perchè davanti a me vedo un peggioramento continuo, come lo è stato finora.
    E tendo a vederci piuttosto bene, dato che la situazione attuale me l'ero prefigurata già nel luglio del 2000. Ed è normale visto che ciascuno è il migliori giudice della propria vita e del proprio futuro.
    Visto che non c'è nulla che mi possa far guarire dalla depressione - che tra l'altro considero non una patologia ma una condizione esistenziale, come qualcuno ha affermato su questo forum - e che la qualità della vita non è accettabile per me, la scelta migliore è un suicidio razionale, cioè sicuro e indolore.

    PS: io vedo una forte ostilità da parte degli psichiatri nei confronti del suicidio assistito per i "malati psichici", altro che manovre simil eugenetiche

    PPS: tra l'altro non capisco che cosa tu voglia dire: l'eugenetica attiene al momento della nascita ed è anch'essa una cosa buona, come dice il prefisso eu. Ad esempio qualche anno fa andai a votare per il referendum sulla fecondazione assistita e votai sì alla possibilità di scartare gli embrioni che avevano ereditato dal genitore la malattia genetica di cui era portatore. Questa è una manovra eugenetica.
     
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  4. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    non conosco te, la tua biografia, la tua storia... non so se davvero la tua situazione sia irreversibile come dici e per quali motivi, io non volevo discutere del tuo caso particolare - ognuno ha il diritto di disporre della propria vita come vuole, io credo.

    ma non si può partire dal tuo esempio particolare e farne una generalizzazione per trarne una legge, che rischierebbe di sprecare la vita di molti senza una valida ragione.

    tu dici: ho cominciato a stare male da quando avevo 13 anni, ecco... io mi concentrerei sul prevenire il disagio psichico e diffondere gli strumenti per farlo, in modo tale da evitare che le persone soffrano e possano sentire il bisogno di farla finita.

    perchè la possibilità di non soffrire esiste, non è detto che uno la trovi, è vero, ma c'è. non è che il disagio cade dal cielo, a caso.

    io sarei d'accordo con te se vivessimo in una civiltà che ha coscienza della morte, della vita, di sè stessa, così da dover lasciare la possiblità di suicidio assistito solo alle persone che coscienti dei propri problemi e delle loro dinamiche scegliessero in modo altrettanto consapevole di porre fine alla propria vita in ogni caso, nonostante quella loro consapevolezza.

    ma lasciare questa possibilità in mano a una classe medica (la quale non è altro che una propaggine di un'attattitudine culturale che appiattisce l'altro e non lo comprende) che segue un dogma (perchè questo è: un dogma non supportato da prove scientifiche e la cui falsificazione - condizione, la falsificabilità, che secondo Popper è ciò che rende la scienza tale - viene pesantemente ostacolata e ridicolizzata), mossa dall'unico fine di guadagnarci sopra, per me è pericoloso e quasi sicuramente avrebbe delle conseguenze terribili.

    quali? pazienti psichiatrici indottrinati, convinti (erroneamente) di avere il cervello malato, squilibrato e di non poter stare meglio, che decidono di suicidarsi.
    pensiamo soltanto alla pratica diffusa in america di dare farmaci ai bambini figli di pazienti psichiatrici allo scopo di prevenire questa presunta malattia (che malattia non è).

    io non discuto sul diritto di una persona di porre fine alla sua vita, ma sul diritto altrettanto importante di potrelo fare con consapevolezza.
    ma se questa consapevolezza ci fosse, sono convinta che non ne sentirebbe neanche il bisogno.
     
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  5. IntroDuca
     
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    CITAZIONE
    non so se davvero la tua situazione sia irreversibile come dici e per quali motivi

    Il DHT è stato recepito dove non doveva essere recepito (e, cosa che non ho detto prima, non è stato recepito dove doveva essere recepito). La causa del malessere è irreversibile, quindi il malessere è irreversibile.

    CITAZIONE
    ma non si può partire dal tuo esempio particolare e farne una generalizzazione per trarne una legge, che rischierebbe di sprecare la vita di molti senza una valida ragione.

    La legge in questione è l'unica accettabile nel 2013, perchè garantisce la libertà fondamentale senza ledere le libertà altrui nè sfasciare la società.
    Se c'è la valida ragione o meno, lo decide ciascuno per sè stesso. Le persone non sono minorate mentali, incapaci di autodeterminarsi con riguardo al suicidio, e questo lo dici anche tu poco prima. Se dici di voler morire e lo ripeti dopo un periodo di ripensamento, allora la tua volontà è certa. Cos'altro si deve accertare?

    CITAZIONE
    tu dici: ho cominciato a stare male da quando avevo 13 anni

    No. Ho detto che la consapevolezza che la cosa migliore per me fosse il suicidio è sorta 13 anni fa (nel luglio del 2000).

    CITAZIONE
    ecco... io mi concentrerei sul prevenire il disagio psichico e diffondere gli strumenti per farlo, in modo tale da evitare che le persone soffrano e possano sentire il bisogno di farla finita.
    perchè la possibilità di non soffrire esiste, non è detto che uno la trovi, è vero, ma c'è. non è che il disagio cade dal cielo, a caso.

    Ovvio che il disagio non cade dal cielo. Ci sono delle condizioni oggettive che causano malessere. Se quelle condizioni oggettive non potranno mai cambiare, che succede? Che ciascuno decide se la sua vita è degna di essere vissuta o meno. Ed è ingenuo da parte tua ritenere che esistano strumenti per far cambiare idea ad una persona. Quali sarebbero? Delle pillolette? Le parole di un altro essere umano?

    CITAZIONE
    ma lasciare questa possibilità in mano a una classe medica... che segue un dogma... mossa dall'unico fine di guadagnarci sopra, per me è pericoloso e quasi sicuramente avrebbe delle conseguenze terribili.quali? pazienti psichiatrici indottrinati, convinti (erroneamente) di avere il cervello malato, squilibrato e di non poter stare meglio, che decidono di suicidarsi.

    I medici andrebbero estromessi perchè la decisione deve spettare solo a ciascuno di noi. Invece al 60% dei soci Dignitas che richiedono il farmaco, questo viene negato dai medici. Questo perchè ritengono la propria decisione più importante di quella del paziente. In Svizzera si sono liberati dai preti e adesso sono i medici a decidere se puoi morire o no.
    Il fine di lucro viene perseguito riempiendo l'aspirante suicida di farmaci inutili e pretendendo di curarlo con le parole. Così è ovvio che le sedute e l'assunzione di farmaci dureranno per tutta la vita. E l'esempio dei bambini rafforza la mia idea.
    Non ho mai sentito uno psichiatra affermare che il paziente non può star meglio. Non lo direbbero neanche sotto tortura. Come farebbero a guadagnare se no?

    CITAZIONE
    io non discuto sul diritto di una persona di porre fine alla sua vita, ma sul diritto altrettanto importante di potrelo fare con consapevolezza.ma se questa consapevolezza ci fosse, sono convinta che non ne sentirebbe neanche il bisogno.

    Chi si vuole suicidare e mantiene il proposito suicida dopo un periodo di ripensamento è lucido. Nessuno può essere più consapevole di lui.
     
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  6. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    ho rimosso il messaggo di ex-introverso perchè non si possono fare ricette o pubblicizzare farmaci o consigliarne su internet, soprattutto se non si è medici (anche fosse, non si potrebbe uguale).
     
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  7. EX-INTROVERSO
     
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    Ah capisco. Gli consigliavo solo di parlarne al suo medico. A me quel farmaco ha fatto un gran bene...
    Rimane il sorriso, quello si può trovare anche senza ricetta! :emoticon-0102-bigsmile.gif:
     
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6 replies since 21/7/2013, 21:20   250 views
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