Forum LIDI (Lega Italiana per la tutela dei Diritti degli Introversi)

Posts written by javèrt

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    se a qualcuno può far piacere, venga a trovarci qui.

    https://t.me/+aFk7npTcNkkxZDI0

    Edited by javèrt - 19/5/2022, 14:42
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    la mia nevrosi mi fa faticare di più, perché oltre al lavoro c'è il peso della presenza degli altri che mi turba.
    Per questo sto vagliando l'ipotesi di tentare un lavoro da casa.
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    CITAZIONE (Fauves @ 12/10/2020, 08:53) 
    Un problema nasce dall'idea per cui essere introversi equivalga ad essere asociali. Quando il lavoro che mi si prospetto' fu quello di operatore di call center fui preso dal panico perche' non sapevo come poteva riuscire una persona asociale e priva di loquacita' come me. Ma cosa significa veramente essere asociali? A me piace essere educato gentile paziente ed umile verso colleghi e clienti con cui mi relaziono e sono stato (addirittura!) relatore, pur con le mie modeste capacita', di piccole conferenze sull'inclusione che si sono tenute presso la societa' per cui lavoro. Per essere charo parlavo e spiegavo le mie idee ad un pubblico di colleghi sull'attenzione verso le varie minoranze e diversita' (tema che mi interessa al di la' del fatto di far parte anch'io di una minoranza e diversita'). E sul fatto di essere introverso non ho alcun dubbio visto che nel test di Eysenck ho un punteggio di -30, oltre il vissuto inequivocabile. Questa non e' socialita'? Bisogna smettere di prendere il punto di vista degli estroversi per definire la socialita', la socialita' non e' chiacchierare e scherzare, troppo banale. Certo questa e' la societa' in cui non basta essere sociali, oggi bisogna pure essere social. Meglio ancora! Sono stato diciamo costretto a iscrivermi ad un gruppo wathsapp dei colleghi e ogni domenica, quando i colleghi stanno solo a casa vedono da wathsapp le belle foto delle mie gite e cosi a chi mi ritiene un insufficiente cronico gli ho tappato la bocca!

    Riguardo la sfortunata contingenza storica per cui trovare lavoro e' diventato veramente arduo cosa fare? Dovessi decidere per me stesso mi orienterei verso i servizi telematici legati alla salute e alla terza eta', unica area che puo' avere un'espansione e quindi un aumento del volume di lavoro e di lavoratori, senza escludere l'idea di cambiare luogo dove vivere.

    Grazie per aver risposto, concordo su tutto ciò che hai detto.
    Io in effetti forse ho fatto confusione, perché sono sì introverso (anch'io ho circa -30 in quel test) ma anche disturbato.
    Ho una diagnosi di disturbo evitante, cioè ansia sociale. Forse è per questo che non riesco a trovare un lavoro adatto a me.
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    Ho speso mesi di tempo e migliaia di euro per formarmi nel digital marketing, sono andato in un'azienda per svolgere quel compito e sono durato una settimana.

    L'azienda aveva un'impronta di estroversione estrema, in effetti, ma adesso sto pensando che per il mio modo di essere non resta che provare a lavorare da casa. Per non buttare il diploma e quel poco di curriculum inerente al Digital Marketing cosa potrei fare?

    Oppure, buttiamo anche il diploma, dovessi cambiare totalmente mestiere... cosa consigliate?

    Ho 32 anni niente soldi niente lavoro e scarsa e sbagliata formazione.

    Che speranze ho?

    Ma c'è ancora qualcuno su questo forum poi?
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    ciao,
    siamo stati un po' sfortunati, coltivati in un certo modo i tratti dell'introversione avrebbero potuto portarci ad una condizione più serena, anche se purtroppo nessuno mi toglie dalla testa che... l'introverso è un umano di serie B.
    la terapia l'ho smessa, non è stata inutile ma arriva il momento in cui te la devi cavare da solo.
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    sentite, io non capisco.
    un post che stavo per scrivere su facebook, per poi cambiare idea, era questo:

    stanco.
    non ho ancora capito il significato degli esseri umani, quindi non potrei mai spiegarmi quello degli introversi.
    mi domando se ci sia qualcuno, qui, in grado di capire.
    penso di sì. ma quelli che capiscono stanno ai margini; loro sanno di cosa parlo, e sanno anche che per certe domande non esiste risposta.
    qualcuno ci avrà fatto pace. altri, come me, non se ne fanno una ragione. nei giorni migliori è come avere un macigno sulle spalle. negli altri, invece, è come se i macigni piovessero dal cielo. pioggia di meteoriti. mi è sempre piaciuta questa definizione.
    rende molto l'idea. sono stanco. ho meno di trent'anni e me ne sento circa settanta. troppo tempo a cercare di capire, prima. troppo tempo a cercare di farmi capire, poi. a dire il vero, non mi ci sono mai impegnato molto. che senso ha. è scomodo, ed io amo la comodità.
    penso sia più corretto dire che mi serve. le cose sono già abbastanza complicate così, senza affannarsi a dare spiegazioni circa un modo di essere in via d'estinzione. il wwf non si è ancora accorto di me. troppo serio. troppo dolce. troppo originale. troppo delicato. troppo cervellotico.
    non trovo il senso. non ha senso neanche buttare fuori questo sentire, esporlo senza costrutto, alla vista di gente che, fondamentalmente, neanche conosco. che di sicuro non conosce me.
    quando qualcuno si illude di conoscermi, mi verrebbe da ridere. non fosse altro che non trovo sensato neanche ridere da soli.
    vorrei conoscere il finale del libro.
    se provassi a scriverlo io, sarebbe un po' lugubre.


    ragazzi, io non ce la faccio, davvero.
    sono tutti così diversi. mi affeziono a persone che non possono capirmi, e se mi capiscono, semplicemente non vogliono stare con me. o forse è meglio dire che io non voglio stare con loro. i contorni sono sfumati: giocoforza, sono una persona noiosa, sempre preoccupata, non so divertirmi, non ho spirito d'iniziativa... per forza di cose non ho nemmeno esperienza. sono così patologicamente timido, è così difficile credere in me stesso, così difficile accettare che non sono e non sarò mai come gli altri. perché sono nato così? cosa posso fare? io non ne posso più. io vorrei stare bene con la gente. non dico starci e basta, quello lo posso fare. non ci vuole molto. ma non ci sto mai bene. non ci starò mai bene. non posso innamorarmi, non funzionerebbe mai. non posso vivere.
    perché?

    ragazzi, mi sembra tutto così inaccettabile. ho letto il testo di anepeta, quello "principale". le intenzioni del dottore erano senza dubbio buone, ma in me, conoscere e capire tutte queste cose su di me, su come sono fatto, non ha fatto altro che rafforzare quella sensazione di grande, profonda fregatura.

    la fregatura della genetica.

    capire e conoscere limiti e vantaggi di questa condizione. tutto questo non fa altro che dirmi che sono diverso, inadatto. che devo faticare più degli altri per trovare il mio posto nel mondo... sempre che esista. sono anomalo. non voglio.

    non avrei voluto, perlomeno.

    sono tutti così deludenti, minacciosi, più competenti, più integrati. sono tutti adulti. loro.
    sono circondato, ad ogni centimetro vedo delle dimostrazioni di tutto ciò che mi tira giù, che offende la mia anima. tutto ciò che mi dimostra, mi conferma e mi ripete una sola ed unica cosa, e cioè che non sono fatto per questo mondo.

    anni di psicoterapia non mi hanno aiutato ad accettare tutto questo. sono alla frutta.
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    sicuramente,
    ma credo che le avversità "definitive" siano quelle affrontate in giovane età;
    mi viene da pensare che esistono introversi - mi si corregga se sbaglio - felici, qualcuno orgoglioso della propria condizione o in generale felice di sé.

    e in effetti la soluzione sarebbe tutta lì, nell'accettarsi. ho paura di essere segnato a vita, di non poter ottenere quello che cerco, ma forse quello che cerco è sbagliato.

    forse è il narcisismo, il vero problema. l'ego smisurato. una cosa di cui voglio liberarmi, ma della quale in realtà non voglio liberarmi.

    (...)
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    era di nietzsche o ricordo male? comunque conosco questa citazione, molto bella e mi ci ritrovo molto.

    l'ultima parte è sicuramente un passaggio importantissimo per ognuno, specie per quelli come me.

    mi auguro di arrivarci un giorno, anzi spero presto perché non voglio più bruciare il mio tempo su questa terra.
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    è questo il mio problema, da sempre.
    in tenera età mi sono accorto di avere qualcosa di diverso dagli altri. l'ho sempre saputo, ed il mio impatto con la socialità, con la scolarizzazione, è decisamente affine alla descrizione fatta dal dottor anepeta nei suoi scritti.

    poi ci si è messa pure la timidezza, cronica, un aspetto del carattere che odio quanto e più dell'introversione. introversione che, mi rendo conto, presenta numerosi ed importanti pregi, ma che non riesco proprio ad accettare. mi limita. io sono un tipo orgoglioso, vagamente narcisista, mi faceva notare il mio vecchio terapeuta, e in effetti ho sempre avuto il desiderio recondito di primeggiare, di essere meglio degli altri, o almeno pari, e di godermi la vita. il desiderio di successo, che in fondo non credo sia una cosa così innaturale.

    ma l'introversione, per l'appunto, mi limita. per essere introversi ci vogliono le palle. ci vogliono il coraggio e la volontà di essere sé stessi e di non paragonarsi agli altri, di avere stima di sé. io queste cose non ce l'ho.

    ho un cattivo rapporto con me stesso. ho paura degli altri, ho paura del loro giudizio, di espormi, di essere al centro dell'attenzione. queste cose non sono necessariamente legate all'introversione, ma dalla percezione di diversità e dalle conseguenti interazioni negative con gli altri, sono nati in me questi sentimenti, e si sono cronicizzati.

    non sopporto di aver sprecato tutti e 25 gli anni della mia esistenza. di non aver mai fatto determinate cose. di essere sempre quello che parla di meno o non parla proprio, quando è in gruppo. di essere costretto ad evitare cose perché mi procurano troppo stress e so già che ciò che sarebbe semplicissimo per chiunque altro, per me è come scalare l'everest.

    non si può cambiare, ci si può solo accettare. ci provo da anni. non ci riesco.
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    credo da mio padre.
    certo è che, se l'introversione fosse realmente ereditaria, come mi pare di capire dai vari studi in merito, riprodursi sarebbe un atto di estremo egoismo.
    io ci penserei più di una volta prima di farlo (fermo restando che, dato il mio scarso successo con le donne, di rischi ne corro relativamente pochi).
10 replies since 4/7/2013
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