Forum LIDI (Lega Italiana per la tutela dei Diritti degli Introversi)

Posts written by Warlordmaniac

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    CITAZIONE (Ðom93 @ 31/8/2016, 08:08) 
    Riesumo una discussione un po vecchia.. Personalmente ritengo che l'introversione non impedisca di fare buoni discorsi, certamente rende le cose più difficili rispetto ad oratori estroversi.. Mi spiego: nel mio caso, spesso mi viene da pensare che gli estroversi riescano a parlare più facilmente e fluentemente di persone estroverse perché non si pongono le domande che invece si pongono persone introverse. Per esempio io mi ritengo un buon oratore, con l'argomento giusto, di cui so di avere molte conoscenze e di cui poter esporre un opinione che non siano chiacchiere già sentite, in caso contrario prima di parlare (e nella maggior parte dei casi durante l'intero dibattito) mi pongo una serie di domande del tipo: ma so veramente di cosa parlo o è solamente un mio punto di vista? Quanto sa il mio interlocutore di questo argomento? Risulterò noioso? Parlerò di cose banali che ha già sentito da altre persone? Riesco ad esprimere la mia "intuizione" in parole comprensibili?
    Per fare un esempio pratico, se mi si chiede un opinione su come debba essere condotta una carriera universitaria, lo studio e i rapporti con i professori, senza dubbio riuscirei ad esprimere in modo efficace il mio pensiero e credo che un interlocutore se ne possa andare via soddisfatto. In caso mi si chieda un opinione politica invece non saprei proferire parola: quanto sono affidabili le informazioni in mio possesso? é populismo? Ecc ecc..
    In ogni caso la timidezza secondo me è una questione tipica degli introversi ma non necessariamente un fattore insormontabile, invece la dialettica è qualcosa che ha un legame più profondo con il nostro modo di pensare e quindi deve seguire le sue vie..

    ma se hai il cervello occupato dai pensieri come fai a parlare?
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    Benvenuto!!
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    Midiesis, io ho percepito altro nel messaggio della Lidi: il tenere conto di quello che si è per valorizzare le proprie qualità. Ti faccio un esempio: se il tuo sogno è vincere la medaglia d'oro sui 100m alle Olimpiadi perché il tuo idolo è Bolt, ma praticando la corsa notano che sei molto più resistente che veloce, non ha molto senso continuare a inseguire il tuo sogno, puntando per correre i 100m. Sbaglia chi si impunta a vedere solo l' aspetto negativo della questione: il non poter perseguire il programma prestabilito. Si dovrà cambiare programma, più adatto a valorizzare le proprie doti di resistenza, magari non vincendo le Olimpiadi, ma solo partecipando, magari non nei 100m ma nella maratona.
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    E' strano che con quel nick maschile tu sia donna. Comunque, dal versante maschile, solitamente l'introverso è un emarginato e quindi se non accetta la mia confidenza e la mia voglia di stabilire un rapporto, non credo che sia per preferenza per il trascinatore/leader, dato che solitamente quest'ultimo ha ben altre compagnie da curare.
    Non trovo gli stessi problemi nell'amicizia con altri intro, il problema principale che ho è che magari l'altro intro ha dei tratti non piacevoli, dato che l'introversione è solo uno dei tanti lati del carattere.
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    CITAZIONE (illusionman @ 25/10/2015, 21:27) 
    Ho letto sul libro del dott.Anepeta che una certa ingenuità infantile persiste nell'introverso anche in età adulta,per quanto mi riguarda mi rispecchio in quello che dice.purtroppo la mia ingenuità fa si che spesso gli altri se ne approfittino.altri estroversi ovviamente.questo mi ha portato ad essere sempre più selettiva nelle relazioni ed è un altro elemento che mi fa soffrire.voi vi ritenete ingenui?

    Sì, ho degli aspetti ingenui, infantili e fortemente idealistici, ma so che sono la mia caratteristica, punto debole, ma soprattutto punto di forza.
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    CITAZIONE (javèrt @ 23/5/2015, 17:18) 
    sentite, io non capisco.
    un post che stavo per scrivere su facebook, per poi cambiare idea, era questo:

    stanco.
    non ho ancora capito il significato degli esseri umani, quindi non potrei mai spiegarmi quello degli introversi.
    mi domando se ci sia qualcuno, qui, in grado di capire.
    penso di sì. ma quelli che capiscono stanno ai margini; loro sanno di cosa parlo, e sanno anche che per certe domande non esiste risposta.
    qualcuno ci avrà fatto pace. altri, come me, non se ne fanno una ragione. nei giorni migliori è come avere un macigno sulle spalle. negli altri, invece, è come se i macigni piovessero dal cielo. pioggia di meteoriti. mi è sempre piaciuta questa definizione.
    rende molto l'idea. sono stanco. ho meno di trent'anni e me ne sento circa settanta. troppo tempo a cercare di capire, prima. troppo tempo a cercare di farmi capire, poi. a dire il vero, non mi ci sono mai impegnato molto. che senso ha. è scomodo, ed io amo la comodità.
    penso sia più corretto dire che mi serve. le cose sono già abbastanza complicate così, senza affannarsi a dare spiegazioni circa un modo di essere in via d'estinzione. il wwf non si è ancora accorto di me. troppo serio. troppo dolce. troppo originale. troppo delicato. troppo cervellotico.
    non trovo il senso. non ha senso neanche buttare fuori questo sentire, esporlo senza costrutto, alla vista di gente che, fondamentalmente, neanche conosco. che di sicuro non conosce me.
    quando qualcuno si illude di conoscermi, mi verrebbe da ridere. non fosse altro che non trovo sensato neanche ridere da soli.
    vorrei conoscere il finale del libro.
    se provassi a scriverlo io, sarebbe un po' lugubre.


    ragazzi, io non ce la faccio, davvero.
    sono tutti così diversi. mi affeziono a persone che non possono capirmi, e se mi capiscono, semplicemente non vogliono stare con me. o forse è meglio dire che io non voglio stare con loro. i contorni sono sfumati: giocoforza, sono una persona noiosa, sempre preoccupata, non so divertirmi, non ho spirito d'iniziativa... per forza di cose non ho nemmeno esperienza. sono così patologicamente timido, è così difficile credere in me stesso, così difficile accettare che non sono e non sarò mai come gli altri. perché sono nato così? cosa posso fare? io non ne posso più. io vorrei stare bene con la gente. non dico starci e basta, quello lo posso fare. non ci vuole molto. ma non ci sto mai bene. non ci starò mai bene. non posso innamorarmi, non funzionerebbe mai. non posso vivere.
    perché?

    ragazzi, mi sembra tutto così inaccettabile. ho letto il testo di anepeta, quello "principale". le intenzioni del dottore erano senza dubbio buone, ma in me, conoscere e capire tutte queste cose su di me, su come sono fatto, non ha fatto altro che rafforzare quella sensazione di grande, profonda fregatura.

    la fregatura della genetica.

    capire e conoscere limiti e vantaggi di questa condizione. tutto questo non fa altro che dirmi che sono diverso, inadatto. che devo faticare più degli altri per trovare il mio posto nel mondo... sempre che esista. sono anomalo. non voglio.

    non avrei voluto, perlomeno.

    sono tutti così deludenti, minacciosi, più competenti, più integrati. sono tutti adulti. loro.
    sono circondato, ad ogni centimetro vedo delle dimostrazioni di tutto ciò che mi tira giù, che offende la mia anima. tutto ciò che mi dimostra, mi conferma e mi ripete una sola ed unica cosa, e cioè che non sono fatto per questo mondo.

    anni di psicoterapia non mi hanno aiutato ad accettare tutto questo. sono alla frutta.

    L'unica cosa da fare è essere noi, i primi, a sapere che il campionato ha bisogno di persone con le nostre caratteristiche, altrimenti le squadre avrebbero dei buchi. Sappiamo che serve uno che sta in difeso, serve un altro che sta defilato sulla fascia e un altro ancora che si occupa dell'altra fascia, senza entrare mai in area di rigore avversaria.
    Ci sono ruoli che ti fanno essere più ricco, ricevere più premi, essere più popolare, ma questi ruoli non sono più importanti di chi fa un lavoro più sporco e meno spettacolare.
    Il primo passo è capire i nostri pregi, ma già non entrare in competizione con gli estroversi su chi fa lo show, è qualcosa di utile. Infatti un mondo di soli estroversi sarebbe perennemente in conflitto.
    Una volta capiti i nostri pregi e quindi il nostro ruolo, è qui che inizia la crescita personale. Una volta capito il ruolo, occorre accettare di non essere nato centravanti o fantasista. E bisognerà capire anche che in quei ruoli neanche ci divertiremmo.
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    CITAZIONE (E.Schiela™ @ 30/8/2014, 18:45) 
    CITAZIONE
    Attrai sessualmente una persona quando l'istinto di quella persona ti sceglie per farci un figlio.

    Credo che nel determinare l'attrazione sessuale intervengano molti più fattori e dinamiche più complesse. In primis: spesso e volentieri siamo attratti da coloro i quali siamo stati educati a considerare "attraenti".

    (scusate, chiudo l'OT -.- )

    Se fosse così, sarei già sposato, perché spesso i genitori indirizzano le figlie verso valori come "la testa a posto" oppure "la buona famiglia". Invece mi pare che le figlie non diano così retta al tipo di educazione.
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    CITAZIONE (Terzapersona @ 12/8/2014, 14:21) 
    Comunque un conto è la capacità di attrarre l'altro sesso un conto è poi avere figli.

    Non credo. Attrai sessualmente una persona quando l'istinto di quella persona ti sceglie per farci un figlio.
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    Benvenuta Kristal.
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    Non c'è soluzione di continuità in una scala introverso-estroverso; quindi Jan è facile che tu stia verso la metà.
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    CITAZIONE (crox @ 23/6/2014, 19:09) 
    Walord,

    minore capacità ad attrarre l'altro sesso non significa necessariamente 'non avere figli' e/o non avere la possibilità di costruire una famiglia.
    I pochi introversi che conosco hanno figli (a parte quelli giovani).

    Minore capacità attrattiva = zero figli, è una tua interpretazione, non mi pare che il dottore abbia mai sostenuto questa cosa. Secondo me hai interpretato in modo errato la frase del dottore:"la percentuale di introversi rimane tra il 5 e il 7% in ogni epoca e luogo, nonostante la minore capacità degli introversi ad attrarre l'altro sesso". Dipende dal contesto in cui il dottore ha fatto questa osservazione.

    La mia interpretazione in base all'esperienza e a ciò che ho letto dell dr. Anepeta è la seguente:

    Il numero di introversi rimane invariato, nonostante la loro minore 'capacità attrattiva', proprio perché quest'utlima non determina matematicamente la possibilità/impossibilità di figliare. E' per questo motivo che gli introversi non si sono ancora estinti (sempre partendo dal presupposto che l'introversione abbia una base genetica).

    https://lidi.forumfree.it/?t=44649970
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    CITAZIONE (crox @ 15/6/2014, 18:56) 
    Walord, perché dici così?

    Non sono un'esperta di queste cose, anzi non capisco nulla di genetica e biologia... però mi sembrava di avere letto in qualche articolo del Dr. Anepeta questa cosa dell'ereditarietà. Magari mi sbaglio oppure o frainteso e capito male qualcosa... Ripeto, non capisco nulla di queste cose, sono sempre stata pessima a scuola, soprattutto in matematica e materie scientifiche.

    Una psicologa del NOA (nucleo operativo alcologia) mi ha detto che ci sono elementi di ereditarietà nell'alcolismo...vorrei chiedere meglio al Dr. Anepeta, perché se è vero anche questo mi tocca andare a Lourdes... :mf_megaphone.gif:

    dico così perché il dottore dice chiaramente che la percentuale di introversi rimane tra il 5 e il 7% in ogni epoca e luogo, nonostante la minore capacità degli introversi ad attrarre l'altro sesso. Quindi se contasse l'ereditarietà, gli introversi sarebbero dovuti estinguersi.
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    Strane risposte le vostre. L'introversione non si eredita.
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    Non tutte sono come Izanami che aveva un corpo perfetto. Non tutti gli uomini sono come Izanaki che rimproverano una donna solo perché lo ha preceduto nel fargli un complimento.
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    Salve dottore. Mi piacerebbe sapere la sua opinione sul sentimento di forte tenerezza che potrebbero suscitare i gatti. Su di me i gatti hanno una forte attrazione, ovviamente non sessuale, e sento un forte istinto di accarezzarli, abbracciarli e venire strusciato da loro. Che cosa rappresenta e perché mi succede in maniera così forte solo con quest'animale?
916 replies since 11/3/2007
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